Casa Europrogettazione Approfondimento d’insieme in merito a fondi e finanziamenti per le imprese

Approfondimento d’insieme in merito a fondi e finanziamenti per le imprese

da Capitale Intellettuale

Antonio Enrico Buonocore – Studioso di fondi e strumenti U.E., external consultant AAC Consulting
Introduzione

Nella storia recente della finanza mondiale il periodo 2007-2013 è stato definito come la “Nuova Grande Recessione”. Da quel momento critico per le aziende è diventato sempre più importante trovare finanziamenti capaci di avviare o supportare le attività e la progettualità in una strategia di medio-lungo termine.

Al momento, i finanziamenti bancari risentono dei limiti imposti loro dai requisiti degli Accordi di Basilea, oltre che della situazione congiunturale, e risulta perciò vitale l’utilizzo di finanziamenti alternativi e maggiormente flessibili.

Da circa 30 anni, i finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea, come pure quelli gestiti a vari livelli amministrativi (europeo, regionale o locale) da una pluralità di soggetti (UE e sue Agenzie, Regioni, Enti locali Camere di Commercio e simili) rappresentano strumenti efficaci che, con l’aiuto degli esperti, possono essere utilizzati sulla base delle necessità aziendali.

“Vai, allora. Ci sono altri mondi oltre a questo”
(Stephen King, L’ultimo cavaliere)

I principali elementi comuni ai finanziamenti

Tutti i gli strumenti di finanziamento oggetto di questo articolo presentano diverse caratteristiche e diversi elementi comuni, a prescindere dall’ammontare di finanziamento richiedibile.
In primo luogo tali strumenti sono caratterizzati da una specifica periodicità, ossia da un periodo entro il quale occorre preparare e consegnare la domanda. La periodicità può riguardare anche la durata delle attività progettuali.

Del pari, la grandissima parte di questi strumenti, compresi i voucher, gli ammortamenti e simili, è caratterizzata dalla forma del cofinanziamento delle spese ammissibili.

Per cofinanziamento si intende che il finanziamento volta a volta richiedibile copre una certa percentuale (variabile da strumento a strumento) dei costi delle attività progettate. Queste devono rientrare in determinate categorie (anch’esse variabili da strumento a strumento e specificate nella documentazione rilevante) per essere ammissibili, anche nel caso degli strumenti progettuali ad ammontare fisso, per poter essere coperte dallo strumento.

Tutti gli strumenti di finanziamento contemplano un formulario, detto in inglese application form, che contiene in dettaglio i requisiti del progetto e dello strumento, ivi compresi i punti da sviscerare in maggior dettaglio e sui quali lo strumento prescrive di concentrarsi maggiormente.
In alcuni casi, sussistono dei limiti di caratteri entro i quali riempire specifiche parti del formulario ed in altri ancora, la compilazione di alcune parti funge da prerequisito per le successive.

Ogni tipologia di strumento è aperta a specifiche tipologie di Enti e di aziende (molto spesso, si tratta di PMI 1.), le quali possono “correre da sole” oppure, come avviene più spesso, associandosi fra loro all’interno di quello che viene definito un partenariato. Singolarmente, si parla di soggetti proponenti quando si intende definire i partecipanti ammissibili alle iniziative ed alle attività progettuali.

Ogni strumento richiede perciò il suo proponente e/o il suo partenariato, che va costruito con la massima attenzione, avendo quindi cura di scegliere, ad un tempo, gli strumenti migliori per il partenariato ed i partenariati migliori per lo strumento, sempre a partire dalle esigenze (in primis aziendali riscontrate).

Al solo scopo di fornire un range di massima, i finanziamenti che è possibile richiedere ed ottenere vanno dai 5.000€ ai 6 milioni di €.

Naturalmente, maggiore sarà la cifra richiedibile ed ottenibile, tanto più complessa sarà la procedura da seguire.
Risulta perciò quanto mai importante affidarsi ai consulenti ed agli esperti, creando un’affiatata collaborazione con questi e all’interno del partenariato.

Molto spesso occorrerà che i proponenti interessati si registrino sulle piattaforme telematiche previste. Ciò tanto a garanzia della procedura di application quanto per consentire un’efficace entrata e permanenza dei proponenti all’interno degli strumenti di finanziamento e delle opportunità di loro interesse.

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”
(Lucio Anneo Seneca)

Alcuni ulteriori elementi che può essere utile considerare

Ogni opportunità di finanziamento contempla una parte ex ante (che, quindi, deve considerare le premesse e la situazione di partenza) la quale contiene solitamente una descrizione dello stato dell’arte, ivi comprese le caratteristiche dei proponenti e le ragioni della richiesta dello strumento.

La parte ex ante contempla anche la costruzione del partenariato (o comunque della domanda, nel caso si possa “correre da soli”), con la suddivisione dei compiti (e del finanziamento, in ragione dei compiti stessi).

La costruzione della domanda nasce innanzitutto dalla scelta dello strumento, sulla base delle esigenze (soprattutto aziendali) riscontrate. Una volta scelto lo strumento, occorre descrivere il “prima” (lo stato dell’arte, lo strumento, le motivazioni della scelta e la compilazione dell’application), il “dopo” (gli obiettivi che si intendono raggiungere) ed il “come” (riempiendo l’application nella maniera più efficace ed esaustiva possibile).

La parte in itinere riguarda, invece, tutte le attività direttamente connesse al progetto, mentre quella ex post ha a che fare con le necessità immediatamente successive alle attività progettuali (la creazione di materiali, le relazioni di fine progetto, le eventuali ultime tranche di finanziamento, a seconda delle tipologie di progetto e simili.

Non solo: occorrerà anche avere chiari (e descrivere, a seconda delle esigenze connesse all’opportunità scelta) i buoni effetti delle attività messe in campo, anche dopo il termine delle attività strettamente progettuali.

A ciò è collegato anche il concetto di good practices, tradotto in italiano come buone pratiche o buone prassi, e focalizzato su quelle pratiche progettuali che, utilizzate con successo in un contesto, possono essere ripetute, con un successo pari o maggiore, anche in altri contesti.

Ferme restando le specifiche necessità ed esigenze di ogni opportunità scelta (e dunque di ogni progetto implementato), una buona strategia da implementare si basa sul collegamento tra le esigenze aziendali, lo strumento scelto ed il partenariato da costruire. Ognuno di questi elementi, se ben costruito ed implementato, rafforzerà gli altri due.

Le esigenze (aziendali) riscontrate devono infatti fungere da primo e più importante elemento per la scelta dello strumento (e dunque dell’opportunità) di finanziamento e del relativo partenariato ottimale.

Anche in questo caso, rivolgersi a consulenti e ad esperti può aiutare a fare la differenza per gestire l’intero ciclo.

ANNO 10 N 1

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1.La definizione di PMI da parte dell’Unione Europea (di cui alla Raccomandazione 2003/361/CE e successive modifiche ed integrazioni), ricomprende tutte quelle imprese che impieghino meno di 250 occupati, il cui fatturato annuo non superi i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non superi i 43 milioni di euro.

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