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Imprese e sostenibilità

Si può coniugare crescita e sostenibilità? Ad Expo Milano 2015, presso Palazzo Italia, la mostra dell’Identità Italiana ha messo in luce che non solo è possibile coniugare crescita e sostenibilità, ma che le imprese italiane possono contare su “Potenze”, costitutive della nostra identità, che rappresentano fattori competitivi di eccezionale valore

da Capitale Intellettuale

Massimo Franchi Advisor, Consulente di management CMC e docente presso A.A.C. Business School, Direttore Capitale Intellettuale

La casa dell’identità Italiana, una mostra divisa in tre piani e quattro sezioni presso Palazzo Italia: quattro “Potenze” componenti della nostra identità che ci nutrono come persone. Con questa iniziativa Expo Milano 2015 ha portato al centro dell’attenzione il tema della crescita sostenibile presentando le idee di imprenditori italiani, che sono riusciti a creare imprese di successo, e ricordando l’importanza fondamentale del territorio e degli individui quali asset fondamentali delle imprese. La prima Potenza presentata è stata quella del “Saper Fare”, raffigurata dalle storie di ventidue imprenditori italiani, uomini e donne, che hanno coniugato creatività, innovazione e sostenibilità. Il focus proposto non è stato solo sulle eccellenze prodotte, ma sulla produzione ed i processi di sostenibilità che hanno permesso di creare prodotti di altissima qualità oggi esportati ed apprezzati in tutto il mondo. Sono ventuno imprenditori in rappresentanza di diciannove regioni italiane, due province autonome e Roma Capitale. Ogni territorio ha scelto una figura rappresentativa che ha saputo associare idea, impresa, crescita e rispetto del territorio. Il metodo scelto per la mostra è stato quello immersivo, non la classica esposizione, inteso quale esperienza emotiva che stimoli una riflessione nel visitatore. Tale metodo era ben visibile al secondo piano di Palazzo Italia, dedicato alla “Potenza della Bellezza”. Per farci capire l’importanza della bellezza siamo stati introdotti a questa dimensione della nostra identità attraverso la privazione della sensazione di benessere che ci pervade nell’essere immersi nella bellezza. Questo obiettivo è stato raggiunto tramite la stanza del caos che ha simulato un ambiente di crescita senza regole (ad esempio, l’ambiente della città durante l’ora di punta). Proseguendo nella mostra sono state riprodotte delle catastrofi naturali accadute in Italia nel passato recente, che ben hanno rappresentato le conseguenze della crescita senza regole e della non sostenibilità di certe scelte politiche ed imprenditoriali. La bellezza non è qualcosa da dare per scontata, ma è un bene da proteggere e preservare basato su un equilibrio fragile tra uomo e natura che può scomparire in qualsiasi momento. Presa coscienza di questo fondamentale concetto di vita la mostra ci ha aperto le porte della vera “Potenza della Bellezza”. Dopo le sensazioni negative e di disagio, ci siamo immersi in un mondo di positività, nella vera potenza della bellezza con tre sale ricoperte da specchi nelle quali sono stati raffigurati paesaggi naturali italiani, architetture italiane e gli interni di palazzi con relative opere d’arte: ventuno panorami e ventuno capolavori architettonici per ricordare al mondo l’importanza culturale dell’Italia. Al termine di queste sale una passerella ci ha portato davanti alle spaventose immagini del crollo della Chiesa di San Francesco ad Assisi del 1997. La Basilica, prima e dopo: completamente restaurata e ricostruita nella sua bellezza. Da una parte l’importanza della nostra scuola di restauro – che valorizza il passato tramandandolo alle future generazioni e generando ricchezza per il presente – e dall’altra la forza di ricominciare, dopo una tragedia, per restaurare la bellezza. Dopo la Potenza della Bellezza è stata la volta della “Potenza del Limite”, o meglio della vicinanza al limite, nella quale ventuno storie di imprese agricole, agroalimentari ed artigianali rappresentano la capacità imprenditoriale, tutta italiana, di esprimere il meglio nelle circostanze più proibitive ed avverse, di coltivare ed ottenere da territori difficili prodotti di altissima qualità apprezzati in tutto il mondo. Il limite è dunque interpretato come occasione per l’esercizio di creatività ed ingegno.
Per completare la mostra dobbiamo ricordare la “Potenza del Futuro” che è stata raccontata attraverso un vivaio composto da ventuno piante rappresentative delle regioni italiane e della loro biodiversità. Al centro la Piazza del Campidoglio a Roma, dove Michelangelo creò il mosaico dell’armonia rinascimentale dal quale si leva il grande Albero della Vita – una struttura di acciaio e legno, alta 37 metri, con 25 metri di apertura, pensata dal designer e creativo Marco Balich e collocata al centro della Lake Arena – quale icona globale e italiana al tempo stesso. Per completare la visita di Palazzo Italia, merita un cenno il plastico del mondo senza Italia, con al centro del Mediterraneo un vuoto che sembra incolmabile e quattro personaggi internazionali che spiegano l’influenza italiana nei loro rispettivi campi: un ruolo e una capacità in grado di ispirare il mondo che molto spesso è meglio percepita all’estero, dove è riconosciuta all’Italia la funzione di guida e di faro in molti settori. ■

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ANNO 6 N.3

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