Casa ManagementStrategia L’intelligence Economica ed il modello Defence of Small and Medium Companies: il valore dell’impresa

L’intelligence Economica ed il modello Defence of Small and Medium Companies: il valore dell’impresa

L’obiettivo strategico rimane valorizzare e supportare le imprese che pur con organizzazioni ancora in fase di sviluppo rappresentano “cavalli da corsa” su cui puntare per ottenere un ritorno dell’investimento a beneficio di tutta la società italiana

da Capitale Intellettuale

Massimo Franchi Advisor, Consulente di management CMC e docente presso A.A.C. Business School, Direttore Capitale Intellettuale

Dopo avere introdotto il ruolo degli incentivi nel modello di intelligence economica Defence of Small and Medium Companies©1 – che è nato per identificare, supportare e difendere le imprese su cui puntare in base alla loro capacità di crescita prospettica fondata su particolari tratti distintivi presenti nelle stesse – ci dedicheremo al significato del termine valore che assume connotazioni diverse a seconda della visione d’impresa e dell’organismo internazionale che prendiamo come riferimento. Come ha detto Warren Buffet: “non valutare il prezzo dell’impresa che stai per acquistare, ma il valore che ottieni per i tuoi soldi”. Certamente per un paese come l’Italia declassato da Standards & Poor’s a BBB- potrebbe essere difficile implementare una strategia a supporto delle proprie imprese, che molto spesso vivono nell’incertezza di mancate o errate scelte strategiche, senza attuare un reale miglioramento della finanza pubblica. Purtroppo, il mondo imprenditoriale potrebbe non fidarsi della pubblica amministrazione e non partecipare al lavoro sistemico necessario per contrastare la competizione in atto (su questo punto è fondamentale il ruolo degli incentivi2).

Parlando di valore, un primo significato che possiamo evidenziare è quello di valore rispetto agli azionisti, in una logica prettamente concorrenziale e finanziaria che però non copre il valore strategico dell’azienda dal punto di vista dell’Intelligence Economica. Ci sono molte aziende e molti manager che “danno valore” agli azionisti senza curarsi delle altre esternalità e molto spesso spremendo e svuotando l’azienda. Facendo un passo in avanti abbiamo il valore rispetto agli stakeholder in una logica di misurazione della soddisfazione dei portatori di interesse e della soddisfazione del cliente. Si tratta di una visione più avanzata dell’impresa la quale ha compreso il bisogno di avere buone relazioni con la società circostante e con l’”asset strategico per eccellenza”, il cliente.
Si arriva poi al valore nella logica della Triple Bottom Line (Profit, People e Planet) attraverso la quale compare una visione responsabile e sociale dell’impresa raccolta in un unico documento che misura le performance di natura economica, sociale ed ambientale. Ad esempio un valore per la società tutta sono gli impatti generati da un’azienda sull’ambiente naturale, come le emissioni ridotte, ed il rispetto delle relazioni che legano l’impresa agli interlocutori aziendali, come l’attenzione ai diritti umani, il tutto senza escludere la logica del profitto.

Concludiamo questa carrellata con il valore rispetto all’azienda, inteso come creazione di valore economico nel tempo. In questo ambito viene accentuato il concetto di durata e di lungo periodo. Se un’azienda opera con questa logica avrà un management che farà scelte non per l’oggi, ma per il futuro dell’impresa; saranno scelte responsabili e meditate, ma estremamente focalizzate sul business con una visione lungimirante e strategica.

Tabella 1. Processes of the Model Defence of Small and Medium Companies


Come sappiamo la domanda centrale nel modello Defence of Small and Medium Companies (si veda Tabella 1) è: come possiamo identificare e valutare le imprese strategiche avendo a disposizione molti esempi di valore? Il modello ha trovato una risposta nella fonte del valore di queste imprese, cioè nei loro intangible asset. Tale fonte potrebbe essere però
difficile da indentificare in quanto negli anni vi è stata una sempre maggiore attenzione alle ricadute che l’azienda genera sia sull’ambiente naturale che nella società, attraverso un pullulare di documenti di comunicazione d’impresa extracontabili e pubblicati su base volontaria. Abbiamo assistito alla nascita di bilanci sociali, ambientali, degli intangibili, di sostenibilità ed al proliferare di enti internazionali di varia natura che hanno proposto modelli da seguire per valorizzare il capitale intangibile: chi ha però il tempo di leggere tutti questi documenti molto spesso composti da centinaia di pagine?

Il modello Defence of Small and Medium Companies nella sua idea originaria vorrebbe consentire agli apparati di Intelligence statali di ricercare la PMI potenziale “campione nazionale del domani”, in un sistema imprenditoriale come quello italiano in cui la PMI è storicamente preponderante, con oltre dodici milioni di persone occupate, e nel quale la comunicazione d’impresa, anche contabile, paga ataviche cattive consuetudini.
Valorizzare e supportare le imprese, che pur con organizzazioni ancora in fase di sviluppo rappresentano “cavalli da corsa” su cui puntare per ottenere un ritorno dell’investimento a beneficio di tutta la società italiana, non è semplice. L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e dell’Open Source Intelligence, applicate ad un’analisi preventiva del tessuto industriale italiano come quella suggerita, consentirebbe di comprendere al meglio, ed a costi competitivi, quali sono le aziende strategiche offrendo loro un utile supporto nella logica win-win e superando le cattive prassi burocratiche di stampo weberiano che rappresentano un freno per il nostro paese. ■

image @iStock-154361443-Sashkinw

ANNO 6 N.1


  • 1 Il modello Defence of Small and Medium Companies© è stato presentato, negli anni 2010/2011/2012, in diversi articoli di Massimo Franchi pubblicati nella rivista Capitale Intellettuale, www.capitale-intellettuale. it. Il nome è distintivo rispetto allo SMEs della UE in quanto focalizza il progetto sulla piccola e media impresa italiana.
  • 2 Si veda l’articolo “L’Intelligence Economica ed il modello Defence of Small and Medium Companies: il ruolo degli incentivi nell’implementazione del modello”, di Massimo Franchi in Capitale Intellettuale Anno 5 N 3 Ottobre 2014 ISSN 2281-860X.

Ti potrebbe interessare anche

PROPRIETÀ / EDITORE

A.A.C. Consulting S.r.l.
Società Benefit,
Via G. Carducci 24
43121 Parma
P.I. e C.F. 02676140342
Tel. +39 0521 532.631
Fax +39 0521 1523233
info@pec.aac-consulting.it
www.aac-consulting.it

DIRETTORE RESPONSABILE

Armando Caroli
direttore@capitale-intellettuale.it

DIREZIONE ARTISTICA

Silvia Zanichelli
Maria Mazzali

REDAZIONE

redazione@capitale-intellettuale.it

 A.A.C. Consulting S.r.l. Società Benefit – Via Giosuè Carducci 24 – 43121 Parma – Tel. +39 0521 532.631 – Fax +39 0521 1523233 – e-mail: info@aac-consulting.it P.I. e C.F. 02676140342 -Cap. Soc. i.v. € 10.000,00 | Privacy | Cookies | Preferenze Cookie |  Website by Socialtech Factory