
Massimo Franchi intervista Maria Mazzali
Abbiamo deciso di trattare la “gestione delle risorse umane” attraverso l’intervista alla dottoressa Maria Grazia Mazzali (psichiatra, psicoterapeuta e psicanalista) da anni impegnata nell’attività clinica, di docenza e di consulenza alle aziende. Si tratta di una scelta che vuole offrire al lettore dei suggerimenti derivanti dall’ esperienza, in organizzazioni complesse, immediatamente spendibili nel quotidiano. Dall’intervista emergono alcuni tratti estremamente significativi: una forte attenzione alla risorsa, intesa come essere umano, ed allo sviluppo del suo potenziale.
Competenze ma anche maturità emotiva. Aziende dislocate in paesi diversi devono tener conto dei molteplici aspetti culturali e sociali. Oggi il responsabile delle risorse umane deve saper cogliere queste differenze. Anche una professione ha però origini lontane.
Dove nasce l’interesse per le risorse umane?
“Come responsabile gestione risorse umane devo ringraziare mio padre che mi ha insegnato il trucco di mettermi sempre nei panni dell’altro per capire come risolvere al meglio situazioni di conflitto con i miei fratelli.

Da questa saggia posizione infantile ho sviluppato interesse e profonda curiosità per le dinamiche psicologiche: a 15 anni leggevo Freud e Nietzsche per affrontare, con cognizione di causa, l’amore e i misteri della vita. Non c’è rapporto umano, da quello più banale a quello più complesso, che non attraversi la sfera emotiva e pulsionale profonda! A volte basta un profumo per attivare ricordi, emozioni e fantasmi.”
Perché si è dedicata alla gestione delle risorse umane in azienda?
“Sono arrivata alla consulenza come responsabile delle risorse umane dopo una maturità classica, una laurea in medicina, una specializzazione in psichiatria, una formazione psicoterapeutica ad indirizzo psicoanalitico e molti anni di attività clinica e formativa. Ho scelto un taglio psicoanalitico perché è quello che permette di conoscere in modo più profondo l’essere umano e fornisce le competenze per capirne l’idoneità emotiva e la maturità di ruolo. Come terapeuta devo aiutare il paziente a guarire sintomi, come consulente e formatrice devo aiutare il cliente a sviluppare potenziale, a migliorare le performance dell’intelligenza emotiva, a stimolare la motivazione e l’apprendimento delle competenze.”
Quali consigli dare a coloro che si occupano di gestire le risorse umane?
“La padronanza emotiva, la capacità di parlare in pubblico, la adattabilità al lavoro in team, la curiosità di mettersi in gioco in nuove sfide, il coraggio di cambiare quando un ruolo è ormai superato e limitante, aprire nuovi orizzonti a idee creative, rilanciare l’entusiasmo e la determinazione per un progetto, ricevere la gratitudine di chi ha ritrovato fiducia benessere e motivazione sono solo una piccola parte delle avventure psicologiche che allietano e stimolano la mia professione. Ho una passione naturale per questo campo, un entusiasmo quotidiano che non si consuma, un desiderio sempre nuovo di vedere i miei clienti crescere, diventare forti e sicuri, capaci di trovare il proprio stile, di decidere dopo aver usato i mezzi acquisiti nei corsi di formazione. È come allenare una squadra a sfide sempre più audaci ma con strategia costanza e determinazione. Essere competenti, avere mezzi, trarre soddisfazione, crescere in autostima, raggiungere gli obiettivi, arrivare a risultati nuovi crea un circolo virtuoso di benessere e di motivazione che genera a sua volta entusiasmo, sicurezza fiducia e
collaborazione. Fondamentale per una buona vita lavorativa è creare un volano positivo e questo lo si ottiene con la maturità emotiva e l’idoneità di ruolo, processi indispensabili per radicare un buon clima!”

Una sana gestione delle risorse umane può fare la differenza nell’attuale scenario competitivo?
“Pensate a quante vite sono state rovinate dalla convivenza professionale forzata con persone negative, opprimenti, aggressive, false, dispettose, logorroiche o scorbutiche, invadenti, ostili, ipercritiche, maleducate, volgari, invidiose, competitive in modo sleale, pettegole etc etc. in fondo si passa più tempo con i compagni di lavoro che con la famiglia e se si lavora con la famiglia, a maggior ragione, occorrono equilibrio e saggezza per evitare di compromettere i rapporti fondamentali dell’esistenza. Per questo una buona scelta imprenditoriale dovrà dare molta importanza alla competenza di chi si occuperà delle risorse umane in termini di management: abbisognerà di una capacità professionale importante, di una maturità emotiva e di ruolo comprovata, di prudenza, perizia, etica e ottime capacità empatiche e strategiche per muoversi con responsabilità e maestria tra i canali consci e inconsci degli esseri umani che rappresentano uno dei capitali più importanti e vulnerabili dell’azienda, degli studi professionali e di qualsiasi attività che si avvalga di tali beni.” ■
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