Armando Caroli Senior management Consultant, Fondatore di A.A.C. Consulting Società Benefit e Direttore AAC Business School, Formatore Manageriale e Progettista Piani Formativi per Formatori, Innovation Manager e Ambassador Ente Nazionale Trasformazione Digitale
Nel 2004 sono iniziati nel settecentesco Palazzo Dalla Volta i lavori per la ristrutturazione dei locali che avrebbero ospitato A.A.C. Consulting e la School of Management, e ho avuto modo di conoscere un muratore, pardon, capomastro come mi correggeva lui, di nome Pippo.
Nato lontano da Parma, un giorno davanti a una solida e ben fatta modifica alla spalletta di una porta mi disse di aver percorso tutta la carriera, iniziando da ragazzo facendo il “garzone” nell’edilizia e crescendo poi in varie imprese dove gli era stata riconosciuta via via sempre più la competenza e la passione. E alla parola passione ha accompagnato un sincero sorriso.
La mia vita lavorativa di consulente organizzativo e formatore manageriale mi ha consentito di incontrare migliaia di persone, tra imprenditori, manager, e operativi, oltre a professionisti e persone impiegate in associazioni e istituzioni e, tipicamente, le loro espressioni in merito al lavoro erano orientate più alla insoddisfazione che al desiderio positivo di affrontare cose nuove con passione. Così ho voluto andare più a fondo.
“Perché dopo tanti anni fa il suo lavoro ancora con piacere? Prova passione perché riesce a fare il lavoro bene, o è proprio la passione che la fa lavorare bene? Causa o effetto?”.
Quando Pippo si è accorto che ero veramente curioso ha iniziato a parlare con un tono più basso, quasi per mettermi al corrente di un segreto: “È la passione che mi fa lavorare bene, studio con attenzione i lavori che mi sottopongono, li discuto, li progetto, li pianifico, li realizzo con tanto impegno e… alla fine godo il momento in cui mi vengono riconosciuti come fatti a regola d’arte! E a quel punto la passione si ricarica, come un cellulare.”
Ultimate le opere, del capomastro Pippo abbiamo perso le tracce, ma negli uffici nel Palazzo Dalla Volta siamo ancora oggi e, quando lo sguardo si appoggia sugli alti soffitti a volta con mattoni a vista, sui muri anche di settanta centimetri perfettamente levigati e sulle colonne lavorate integrate con l’ambiente, continuiamo a riconoscere la bravura di chi ci ha lavorato.
A Parma vi sono state anche forti scosse telluriche, ma il palazzo non ha subito alcun danno: la solidità di quegli interventi fatti a “regola d’arte” ci ha ricordato, e continua a farlo, che le opere costruite con maestria attraversano il tempo, come gli acquedotti costruiti dagli Antichi Romani.
Così ho capito da Pippo la chiave per far bene le cose, qualsiasi cosa, e per alimentare la passione nel tempo. Viva la Maestria!
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