Giampaolo Lai Psicoanalista, conversazionalista, membro ordinario della Società Svizzera di Psicoanalisi e dell’International Psychoanalytical Association, (I.P.A.), Direttore di “Tecniche conversazionali”, Direttore scientifico della Scuola quadriennale di Psicoterapia Conversazionale di Parma.
La tesi del bilateral verbal trade
La tesi che sostengo nel libro L’Eternità sulla Piazza del Mercato. Bilateral verbal trade1, è che tutte le coppie di persone che si parlano istituiscono un bilateral verbal trade, un mercato di parola bilaterale.
Gli elementi del bilateral verbal trade sono: a) i due traders, i due mercanti, il trader compratore e il trader venditore; b) la Piazza del Mercato dove i due traders si incontrano; c) la valuta nella quale si compiono le negoziazioni, cioè i beni di parola, verbal assets. Il trader compratore va alla Piazza del Mercato di Parola spinto da un debito, da una mancanza, da un male. La sua speranza è di guadagnare dal trader venditore beni di parola per estinguere il debito, colmare la mancanza, bonificare il male, o, in subordine, per comprendere di che cosa si tratti. Pensiamo alla paziente con cefalee a grappolo; al dirigente con complicazioni di contratto; al GIP che tenta di fare chiarezza sulle circostanze dell’omicidio del marito; ma anche all’avventore insonnolito che cerca due parole dal barista prima di recarsi in ufficio.
Come in ogni mercato, così anche in un bilateral verbal trade, il trade, il mercato, può andare bene, e allora parliamo di fair trade, di mercato felice, oppure può andar male, e allora parliamo di bad trade, di mercato infelice. Si parla di bad trade, di mercato infelice, quando il trader compratore o il trader venditore o entrambi hanno l’impressione di ricavare dal mercato
perdite invece di guadagni, la perdita catastrofica essendo costituita dall’interruzione del mercato, dall’afasia dei traders, in particolare dall’uscita dalla Piazza del Mercato del trader compratore.
Il lancio di incentivi
Quando il mercato va male, si inceppa, si avviluppa nell’asimmetria, imbocca il sentiero chiuso dell’autarchia, si perde nel buio della deception, si avvia alla afasia e alla fuga del trader compratore, l’azione specifica in mano al trader venditore interessato a ostacolare il crollo del mercato è il lancio di incentivi. Gli incentivi hanno la forma abituale delle figure retoriche collaudate quali le domande, le imbeccate, le esortazioni, le interpretazioni, le somministrazioni di autobiografia, i suggerimenti. Hanno in
genere un effetto inflativo. Quando comunque raggiungono il risultato sperato di rimettere in moto il mercato inceppato si parla di incentivi virtuosi; quando al contrario aumentano gli ostacoli per rimuovere i quali erano stati lanciati si parla di incentivi viziosi.
La logica della speranza di guadagno
Il calcolo degli incentivi è regolato dalla formula di Pascal dell’espérance de gain, della speranza di guadagno:
- P(c1│s1, d1, I) =
che si legge: “qual è la probabilità, P, che io trader venditore ottenga il risultato c1 in futuro, partendo da una situazione attuale s1, se lancio il bene di parola d1, avendo un patrimonio di conoscenze racchiuso nel data base I”.
Questa formula, che alcuni lettori impazienti possono trattare come un vezzo, racchiude in verità il noccio del bilateral verbal trade. Mostra infatti che il bilateral verbal trade è volto alle conseguenze di un risultato, c1, cioè a una situazione futura preferibile rispetto a quella attuale s1; si basa sull’azione, d1, cioè le parole che il trader venditore lancia; non ricerca la conoscenza, anche se utilizza il ricordo delle esperienze passate racchiuse nel data base I; accetta il criterio soggettivo della probabilità, quindi del grado di credenza, in un mondo di incertezza come quello futuro su cui l’azione del presente produce le sue conseguenze.
L’etica della speranza di guadagno
L’etica implicita nella formula di Pascal dell’espérance de gain è che i traders, i mercanti, si recano alla Piazza del Mercato perseguendo ciascuno una individuale specifica speranza di guadagno. Più precisamente, il trader compratore va sulla Piazza del Mercato nella speranza che gli vengano rimessi i suoi debiti, colmate le sue mancanze, bonificati i suoi mali. È il caso del paziente che va nello studio dello psicoanalista con la speranza di arginare le sue crisi di panico. È il caso del manager di un’Azienda, che si reca alla Piazza del Mercato, nel ruolo di trader compratore, nella speranza di sciogliere il nodo che gli impedisce di svolgere le transazioni professionali con i clienti.
Il nodo della speranza
Tutto comunque nel bilateral verbal trade gira intorno alla speranza. La speranza è l’altro lato della medaglia del male. Ma mentre il male è nel passato e pretende l’esercizio della conoscenza certa volta all’indietro, che si interroga su come si è arrivati al male attuale (la s1 della formula), la speranza è tesa verso il futuro e pretende l’azione incerta nei suoi risultati per realizzarsi. L’azione della formula, d1, cioè il lancio di parola del trader venditore, non ha bisogno di conoscere il tragitto che ha condotto nel passato alla situazione attuale di male. Ha bisogno solo di conoscere le regole dell’agire probabilistico nella speranza che, dalla azione, si produca una condizione in futuro, c1, soggettivamente preferibile alla condizione s1 di partenza. ■
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1) Lai G., 2011, L’Eternità sulla Piazza del Mercato. Bilateral verbal trade, Edizioni Vita e Pensiero, Milano, Pagg. 180, Euro 18.00