Pierrette Lavanchy Psicoanalista, membro ordinario della Società Svizzera di Psicoanalisi e dell’International Psychoanalytical Association (I.P.A. ), Direttore Training della Scuola Quadriennale di Psicoterapia Conversazionale di Parma
Nel nostro lavoro con le persone e con i gruppi, abbiamo a che fare non già con delle unità, bensì con degli insiemi, secondo i cinque assiomi seguenti:
- ogni gruppo è fatto di individui;
- ogni azienda è fatta di individui e di gruppi;
- ogni individuo è fatto di molti individui;
- quando un individuo entra a far parte di un gruppo professionale (per esempio di un’azienda), porta con sé l’eredità della sua storia e trova una possibile eredità nella cultura del gruppo;
- la negoziazione tra le due eredità instaura un mercato i cui esiti sono sempre incerti, oscillando tra i due estremi di un bad trade e di un fair trade.
Occorre definire che cosa intendiamo con la formula 3, secondo la quale un individuo è fatto di molti individui. Questa formula connota un fenomeno, al quale diverse persone si riferiscono in diverso modo, per esempio Pirandello con il titolo del romanzo Uno, nessuno, centomila; Oscar Wilde con il romanzo Il ritratto di Dorian Grey; Stevenson con il titolo Dr Jekyll and Mr Hyde; o, ai nostri giorni, Francesco Vaiasuso quando afferma di avere dentro di sé ventisette legioni di demoni.
In senso tecnico, legato meno alla letteratura e più al nostro lavoro nella pratica aziendale e clinica, con la stessa formula ci riferiamo agli stessi fenomeni quando diciamo che ogni individuo è aim oriented al 60%, task oriented al 30%, e orientato al saperci fare al 50% (le proporzioni segnalano l’overlapping, l’embricatura, dei tre individui che compongono in sequenza un individuo, o dei tre aspetti della persona dell’individuo in questione; o ancora, nei termini di Giampaolo Lai, dei tre replicanti disidentici di quella persona).
Sempre in senso tecnico, se consideriamo quattro funzioni proprie di ogni individuo, ma in gradi o proporzioni differenti, alfa, beta, gamma, omega, diciamo che la struttura base di un gruppo (o di un’azienda), è costituita da un individuo alfa, da un individuo beta, da alcuni individui gamma e da un individuo omega. Vediamo di descrivere questi singoli fenomeni, ricorrendo a esempi a disposizione di tutti. L’alfa, l’individuo alfa, in un gruppo, sia una squadra di calcio, o una struttura aziendale, o un partito, o uno stato, o un sindacato, è in genere il suo leader. Per esempio, Totti è stato l’alfa della Roma; Andreotti l’alfa della Democrazia Cristiana; Grillo è l’alfa del Movimento Cinque Stelle; Napolitano è l’alfa dello Stato Italiano; Di Vittorio è stato l’alfa della CGL. L’individuo alfa, in quanto identificato al leader di un gruppo, è un po’ il capo del gruppo, che prende le decisioni e si assume la responsabilità delle decisioni, per esempio di indire uno sciopero, di sciogliere le Camere del Parlamento, di orientare la produzione degli elettrodomestici verso le lavatrici piuttosto che verso i frigoriferi, di produrre auto di piccola cilindrata piuttosto che SUV, di allearsi con una forza politica piuttosto che con un’altra. L’individuo alfa in un gruppo è colui le cui mosse sono dettate dalla passione, dal senso di una missione del gruppo, orientata verso uno scopo che non tanto contempla il buon funzionamento dei singoli componenti del gruppo medesimo quanto l’impatto sul mondo in cui il gruppo riversa i suoi prodotti. L’individuo alfa è una specie di Giano bifronte, con uno sguardo all’interno del gruppo e uno sguardo all’esterno in cui il gruppo negozia i suoi prodotti. Diversa è la funzione dell’individuo beta in un gruppo. L’individuo beta è quello che fa bene il suo lavoro senza chiedersi se si tratta di un lavoro giusto o ingiusto. Per esempio, nell’Azienda che produce armi, l’ingegnere in funzione beta si preoccupa solo che la pistola Beretta funzioni al meglio, ma non si chiede se le sue pistole saranno vendute al capo legittimo di uno stato oppure agli insorgenti dello stato medesimo, preoccupazione e interrogativi che competono invece all’individuo in funzione alfa dell’Azienda Beretta. L’individuo alfa giudica se vendere armi è un’azione etica, l’individuo beta si accontenta di stabilire standard, benchmark, per il buon funzionamento delle armi che il suo gruppo produce. Continuando a descrivere la struttura del gruppo in funzione dei quattro items indicati da lettere greche, diremo che l’individuo gamma è colui che non si schiera né sulla eticità della produzione di armi né sul buon funzionamento della Beretta. Una volta gli individui gamma erano indicati sotto il termini di “maggioranza silenziosa”. Infine, il quarto individuo strutturale di un gruppo è l’omega, con il quale termine si indica l’ultimo arrivato in un gruppo di scuola elementare, il neofita in una sistema elettorale, per esempio Berlusconi nella sua prima discesa in campo, o Montezemolo all’inizio di Italia Futura.
Tutto quanto abbiamo detto sinteticamente finora riguarda un individuo in un gruppo, ogni gruppo essendo costituito da individui, secondo la regola 1. Se ora passiamo alla regola 3, secondo la quale ogni individuo è fatto di molti individui, conviene utilizzare una tripartizione del singolo individuo che abbiamo sperimentato con vantaggio nelle nostre ricerche sui gruppi aziendali. La quale tripartizione considera di ogni individuo, o tre individui, o tre proprietà, che lo costituiscono e che abbiamo indicato con i nomi delle funzioni prevalenti come aim oriented, task oriented e orientato dalla proprietà del saperci fare, ovvero dell’attitudine alla cortesia. Si intuisce che l’individuo aim oriented, orientato allo scopo, si sovrappone al ruolo dell’individuo alfa del gruppo. È l’individuo che possiede la virtù della saggezza (sophia), nella quale le virtù opposte e complementari dell’intuizione (nous), fondamentale per cogliere in un attimo la mission di un gruppo, sia azienda o stato, e del ragionamento discorsivo (episteme), indispensabile per dettare i passi successivi necessari per realizzare la mission, sono coniugate in modo talmente armonioso da consentire di orientarsi con sicurezza verso il bene, o almeno verso il preferibile, per l’individuo e per l’azienda. Si intuisce anche che l’individuo task oriented si sovrappone al ruolo dell’individuo beta nel gruppo. È l’individuo che possiede al massimo la funzione del pensare e del ragionare secondo conoscenza (episteme) volta a costruire (techne) i suoi manufatti nel modo più adatto a sostenere paragoni con altri attraverso dimostrazione (proof). È l’individuo che costruisce gli algoritmi economici o finanziari da mettere a disposizione dell’individuo alfa, il quale non è tenuto tanto a conoscerli quanto a utilizzarli nelle negoziazioni con altri alfa in campo internazionale, come dire, con una brutta espressione, intergruppale.
L’interesse di queste considerazioni, che sottomettiamo ai lettori di Capitale intellettuale, sta nella formula 2, secondo la quale “ogni azienda è fatta di individui e di gruppi”. Per il ricercatore o l’amministratore o proprietario dell’azienda, i quali sono interessati al buon funzionamento dell’azienda e degli individui che la compongono – si potrebbe dire: interessati al buon funzionamento dell’azienda attraverso il buon funzionamento degli individui che la compongono – la domanda cruciale è la seguente: ci sono strumenti o criteri con i quali valutare se un dato individuo che occupa nell’azienda una delle quattro funzioni indicate, per esempio quella definita con il termine greco alfa, volta alla tensione verso la mission dell’azienda, oppure quella beta, volta alla corretta programmazione e esecuzione della mission stabilita da alfa, sia il più adatto a coprire il ruolo che quella data funzione in cui è venuto a trovarsi richiede? Domanda come si vede cruciale per la selezione del personale aziendale da parte della proprietà o della dirigenza.
Non è facile rispondere a questa domanda. Tuttavia, dalle esperienze percorse da chi scrive, in quanto consulente aziendale, e dalle osservazioni della vita pubblica politica e amministrativa, risultano abbastanza chiaramente alcune conclusioni. Non si può pensare che un ruolo aziendale, alfa (volto alla mission, all’aim, alla visione d’insieme) e beta (volto alla performance tecnica, alla programmazione corretta di uno scopo stabilito da altri, al dettaglio di un algoritmo ben eseguito) in particolare, possa essere occupato con uguale efficienza da un individuo che abbia indifferentemente le proprietà di aim oriented e di task oriented. Un esempio straordinario ci è offerto dalle convulse giornate di passaggio dal governo Monti, che ha dato le dimissione ieri sera (venerdì 21 dicembre, fine del mondo secondo la previsione dei Maya), e il prossimo governo di cui gli analisti vedono con difficoltà la precisa formazione. Il professor Monti, oggi l’ex primo ministro di un governo dichiaratamente tecnico, era, in quanto individuo, un rappresentante della più alta efficienza di task oriented, un tecnico della economia con riconoscimenti guadagnati in tutte le istanze istituzionali mondiali, dall’Europa agli USA. E tuttavia in quanto Presidente del Consiglio, fino a ieri sera ha occupato un ruolo inevitabilmente alfa, in quanto doveva a ogni momento tracciare la rotta del suo paese, dell’Italia, tra Scilla e Cariddi del debito pubblico, delle richieste dell’Italia, delle ingiunzioni del mercato, dei suggerimenti dell’Europa. Difficile immaginare un ruolo più alfa di questo. Che, secondo le nostre considerazioni, richiederebbe, a parità di altre condizioni, un individuo aim oriented. Si capisce che la logica può venire smentita a ogni momento dall’esperienza. Ma: come sono andate le cose durante il governo Monti? Parlando non in generale, ma restando ancorati al nostro argomento, del match possibile tra ruolo istituzionale e proprietà individuali, cioè di come combaciano ruolo istituzionale e proprietà individuali , c’è stato un armonico gioco tra i due, oppure l’uno ha avuto la prevalenza sull’altro, determinando una disarmonia? Per esempio, non è che la proprietà individuale del task oriented (la specializzazione di tecnico dell’economia) di Monti ha spostato il ruolo istituzionale di un governo da quello che dovrebbe essere diretto dalla aim orientedness, cioè in sostanza da una visione d’insieme, a una visione parziale suggerita dalla valenza individuale tecnica, task oriented?
Non ci interessa qui entrare nel merito della politica italiana, tanto più che quando lo scritto sarà letto le vicende governative e amministrative del nostro Pese saranno già ben lontane dalla fase attuale, ma solo fornire esempi da cui ricavare un type per la nostra presentazione per gli esperti di relazioni aziendali. Ora però, sempre alla ricerca di una costruzione di un type di evento, sappiamo che Monti è confrontato con la scelta di ri-candidarsi per andare a occupare nuovamente il ruolo di Presidente del Consiglio, cioè a guidare l’Italia tra le altre nazioni del mondo, quindi un ruolo alfa, di altissima mission. Ma non richiede questo ruolo la proprietà individuale di aim oriented? Esclusa la possibilità che un individuo possa esprimere al meglio contemporaneamente le sue proprietà di aim oriented e di task oriented (o l’una o l’altra), se Monti accetta la candidatura e ritorna Presidente del Consiglio, avrà cambiato la sua precedente proprietà di task oriented in quella richiesta di aim oriented? È difficile fare predizioni in un campo così mobile come quello delle funzioni politiche e delle aziende. Non ci resta che scommettere su una opzione che a noi sembra la più funzionale: che il professor Monti rieletto Presidente del Consiglio abbia dimenticato di essere un tecnico, task oriented, e sia diventato un aim oriented, per il bene dell’Italia che sarebbe allora chiamato a guidare (e non a studiare giorno dopo giorno le mosse economiche, o altre, per le quali si richiede la task orientedness del tecnico individuale). Le oscillazioni di Monti, all’indomani delle sue dimissioni, e soprattutto la dilazione prima di prendere e annunciare una decisione, sembrano mostrare una prevalenza della task-orientedness dell’ex presidente, che aumenta le probabilità per scommettere o sull’opzione che Monti lasci e torni a essere il professore tecnico, oppure , se torna a diventare Presidente del Consiglio, continui a esserlo spostando la sua mission di guidare l’Italia tra le altre Nazioni (aim oriented) con una ipoteca grande dettata dalla sua task orientedness individuale. La palla è ora lanciata nel campo dei lettori di Capitale Intellettuale che potranno dirci se i modelli presentati delle funzioni individuali e dei ruoli sociali hanno un qualche riscontro per le scommesse fatte nel campo aziendale di loro competenza.