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Il controspionaggio economico

Individuare le minacce al sistema economico nazionale per impedire l’acquisizione da parte di agenti stranieri di informazioni che potrebbero mettere in pericolo l’apparato produttivo del Paese

da Capitale Intellettuale

Domenico Vecchiarino Ricercatore di intelligence

La finalità del controspionaggio economico è quella di individuare le minacce al sistema economico nazionale e d’impedire l’acquisizione da parte di agenti stranieri di informazioni che potrebbero mettere in pericolo l’apparato produttivo del Paese, o più semplicemente, che potrebbero minare la presenza di una o più imprese nazionali sul mercato. [1]Il controspionaggio però non deve lavorare solo in funzione passiva o difensiva, volto cioè a contrastare, individuare e neutralizzare le spie avversarie, ma deve essere soprattutto attivo o offensivo, atto cioè all’attività di ricerca e raccolta, e alla costruzione di una serie di misure e piani difensivi volti alla messa in sicurezza di tutte quelle informazioni, tecnologie e infrastrutture vitali per la sicurezza economica del nostro Paese. [2] Ovviamente una condizione preliminare a questa funzione è quella di definire in anticipo quali siano i settori strategici e quindi da tutelare maggiormente. Si possono pertanto delineare alcuni ambiti operativi dei servizi di informazione e sicurezza nell’ambito delle misure da adottare nel controspionaggio economico:

  • tutela della competitività delle imprese: sia sotto il profilo tecnologico che sotto il profilo commerciale. La protezione dei segreti industriali o dei prototipi viene attuata secondo le linee guida della “proprietà intellettuale”, con la quale la disciplina giuridica tutela i frutti dell’inventiva e dell’ingegno;
  • protezione della competitività commerciale delle aziende del paese: in termini di tutela dell’immagine della protezione nazionale in generale, attraverso il sostegno ai settori a forte innovazione industriale, con la definizione di nuove politiche per le PMI, con il sostegno alla cooperazione e con il potenziamento della rete estera di supporto alle imprese;
  • monitoraggio sugli assetti concorrenziali di settore dal lato dell’offerta e conseguente tutela della domanda di mercato: a garanzia del mantenimento di normali livelli qualitativi e quantitativi di concorrenza, mediante il controllo sull’evoluzione di stati di concentrazione e accordi, iperconcorrenza o abuso di posizione dominante settoriale;
  • contrasto, individuazione e neutralizzazione di spie e reti spionistiche: siano esse al soldo di governi o multinazionali e aziende, ove individuate, devono essere neutralizzate e, nel caso vi fossero i presupposti, “doppiate”;
  • operazioni di deception: ovvero operazioni che tendono a ingannare l’analisi che l’avversario conduce sulla situazione politica economica sociale ecc, tanto da fargli comporre un quadro che lo porterà a prendere decisioni che avvantaggino gli interessi propri e non quelli avversari;
  • penetrazione sia umana che tecnica in una intelligence economica avversaria: al fine di conoscere in anticipo e in dettaglio i piani; inoltre un infiltrato ben piazzato sarà in grado di segnalare se la propria intelligence economica è stata a sua volta penetrata;
  • controllo sulla penetrazione d’interessi stranieri in settori vitali o strategici: con particolare attenzione ai fenomeni di acquisizione massiccia di partecipazioni azionarie da parte di soggetti non meglio identificati e d’ingresso diretto sui mercati nazionali del credito e della distribuzione commerciale;
  • previsioni di scenari geoeconomici critici: con particolare riferimento alla criminalità economica ed ai mercati finanziari;
  • sviluppo di programmi e sistemi per salvaguardare le informazioni sensibili: attraverso l’uso di NOS, casseforti, rendicontazione dei documenti, codici e coperture, badges di accesso, perimetri di sorveglianza, educazione alla sicurezza;
  • analisi delle principali minacce e soggetti vulnerabili: al fine di individuare i rischi che tutti i soggetti posso trovare in tutte le circostanze in modo da prevenire tutte le possibili situazioni e circostanze critiche;
  • operazioni di controinformazione: queste possono essere utili sia per far circolare false informazioni, al fine di confondere le acque per il nemico, e sono utili anche per tendere trappole e smascherare le reti spionistiche avversarie;
  • selezione del personale: con particolare attenzione a reclutare e scegliere persone che non siano ricattabili in nessuna circostanza;
  • protezione delle infrastrutture critiche: per ragioni di natura economica, sociale, politica e tecnologica queste infrastrutture sono diventate sempre più complesse e interdipendenti, a causa di ciò necessitano di misure precauzionali e piani di sicurezza per ridurre il rischio che queste possono venire a mancare o a causa di una fenomeno naturale o a causa di un atto deliberato;
  • esodo degli scienziati: sono migliaia i giovani italiani che si trovano all’estero che ricoprono ruoli di responsabilità in organizzazioni importanti e nei più svariati settori. Si tratta di una risorsa particolarmente qualificata che non trova spazi nel nostro paese e che di conseguenza impoverisce la ricerca e lo sviluppo della nazione. Ma c’è un altro aspetto che può essere preso in considerazione, ovvero data la particolare presenza dei nostri giovani talenti in settori chiave di aziende e istituzioni straniere, alcuni di questi possono essere reclutati dai nostri servizi di informazione e sicurezza per costituire delle reti informative qualificate, facilmente acquisibili e a basso costo. [3]

CHI FA IL CONTROSPIONAGGIO ECONOMICO

Per quanto riguarda il controspionaggio economico operato dai servizi di sicurezza e informazione del nostro paese i dati reperibili sono pochissimi, questo ovviamente è facilmente comprensibile data la riservatezza della materia. Dalle notizie che circolano in rete, però, risulta che nell´ambito dell´Aisi opera un Reparto economia e finanza che si occupa specificamente di monitorare flussi di denaro e speculazioni finanziarie potenzialmente destabilizzanti sul piano macroeconomico. Sempre nell´Aisi vi è un Reparto controspionaggio e controingerenza che, insieme ad altre funzioni, ha il compito di proteggere le informazioni strategiche di carattere economico, finanziario, industriale e scientifico del sistema-Paese nei confronti di attività di spionaggio condotte da servizi d´intelligence esteri,  effettuate anche con strumenti cibernetici, nonché di contrastare operazioni di ingerenza economica promosse da potenze straniere. Sempre nell’Aisi vi è un Reparto intelligence economico-finanziario, preposto al contrasto di minacce alla sicurezza economica e alla stabilità finanziaria provenienti dall´estero. Esso è suddiviso in una Divisione operazioni e in un Ufficio analisi. Le attività di Aisi e Aise in questo campo sono coordinate in maniera sempre più stringente dal Dis [4]. Con un’analisi delle fonti aperte è riscontrabile che sono state messe sotto osservazione 100 piccole e medie imprese, pubbliche e private, considerate le punte di diamante nei mercati ai quali fanno riferimento, aziende che per innovazione, ricerca, talento e originalità dei prodotti realizzati, sono le più riconosciute e apprezzate anche all’estero. Un elenco stilato dall’Aisi con la collaborazione di Confindustria e sotto l’osservazione della Presidenza del Consiglio dei ministri. In concreto, tale programma fortemente sostenuto dal capo dell’Intelligence interna, Giorgio Piccirillo, consiste in un sistema di controspionaggio economico che nei prossimi tre anni dovrebbe portare ad una mappatura completa di dove si colloca il know-how italiano di maggior valore da mettere sotto tutela.  Information and Communication Technology, ricerca e produzione aerospaziale, meccanica di precisione, biomedica e nano-tecnologie i settori sotto osservazione. Le aziende avrebbero inoltre ricevuto un recapito telefonico diretto con i servizi segreti per porre rapidamente il problema se dovessero verificarsi anomalie. [5]

Solitamente il controspionaggio dovrebbe essere una peculiarità dei servizi d’informazione e sicurezza istituzionali, ma da anni ormai grandi aziende e multinazionali italiane ed estere hanno creato delle strutture di intelligence vere e proprie. Queste strutture operano come apparati di informazione e sicurezza a protezione ovviamente dell’azienda per la quale operano, e sono formate per la maggior parte da ex membri dei servizi di intelligence. I compiti di queste strutture, che spesso prendono il nome di “security aziendale” sono svariati, ad esempio: la protezione del know how tecnologico e del segreto industriale, la protezione dei dati e delle informazioni sensibili dai crimini informatici, il monitoraggio degli assetti concorrenziali e del mercato, la protezione dei vertici aziendali, la preparazione di piani di emergenza ed evacuazione del personale per le sedi nei paesi a rischio, e infine, l’attività che più ci riguarda da vicino, ovvero il contrasto alle attività spionistiche che mettono a rischio l’azienda.

Ma non solo. Il controspionaggio economico è anche un business, se proviamo a digitare la parola chiave “controspionaggio economico” su un motore di ricerca troveremo oltre trentottomila risultati. Tra tutti i link possiamo facilmente notare come siano nate tantissime agenzie di investigazione che offrono i loro “servizi” a tutti coloro che ne hanno bisogno. In Italia uno dei primi pionieri in questo settore è stato il famigerato Tony Ponzi, ma oggigiorno se ne posso contare a migliaia. Ovviamente vi sono anche “multinazionali” enormi come la Kroll, che a differenza di queste agenzie, sono dei veri e propri servizi di intelligence, con oltre quattromila dipendenti e sedi in ventisei paesi, che vendono i loro servizi anche a governi. Giusto per fare un esempio, la Kroll è stata incaricata di recuperare il tesoro di Saddam Hussain ed ha fornito assistenza al governo degli Stati Uniti in teatri come l’Iraq e l’Afghanistan. [6]

IL CASO FERRARI VS MCLAREN

Il campionato di Formula 1 2007 è stato segnato dalla controversia del caso di spionaggio perpetuato a danno della scuderia Ferrari da parte della scuderia McLaren. Il personaggio principale di questa spy story è Nigel  Stepney, capo meccanico da molti anni in Ferrari, che a fine campionato 2006, ritiratosi momentaneamente Ross Brawn, sperava di poterne prendere il posto e di divenire così direttore tecnico. Questo non successe: come direttore venne scelto Mario Almondo, mentre all’inglese fu riservato un posto diverso, lontano dal muretto. Il fatto indispettì Stepney e da qui si suppone che partano i motivi della sua azione nei confronti della Ferrari. La Spy-Story viene scoperta all’incirca dopo il Gran Premio degli Stati Uniti 2007 quando alla Ferrari si parla di sabotaggio nel GP di Monaco. Il tutto sarebbe stato opera dell’ex-capo meccanico Nigel Stepney, che avrebbe sparso nei serbatoi delle vetture di Raikkonen e Massa una polvere bianca. A ottobre 2008 tale fatto è stato dimostrato, la polvere bianca era stata appositamente inserita da Stepney per provocare “grippaggio” nei motori del cavallino. Ma andiamo con ordine, Stepney, ha un carissimo amico alla McLaren, Mike Coughlan, al quale nell’aprile del 2007, consegna un dossier di 780 pagine dettagliato dei disegni tecnici della Ferrari F2007. Pochi mesi dopo, la moglie di Mike Couglan, Trudy, tentò di fotocopiare il dossier consegnato da Stepney in una copisteria di Woking, tra le altre cose quartier generale della McLaren, ma il dipendente, insospettito dal materiale, avvisò tramite telefono, Maranello, sede della Ferrari. Da qui iniziano le indagini interne della squadra di sicurezza della Ferrari, che porteranno il 3 luglio al licenziamento di Nigel Stepney e all’annuncio tramite comunicato della casa automobilistica di Maranello, nel quale dice: “Ferrari annuncia che ha recentemente presentato una causa contro Nigel Stepney e un ingegnere della McLaren-Mercedes del team Vodafone con il Tribunale di Modena, per quanto riguarda il furto di informazioni tecniche. Inoltre, l’azione legale è stata promossa in Inghilterra e un mandato di perquisizione è stato emesso sull’ingegnere. Questo ha prodotto un risultato positivo.”[7] A questo punto la FIA decide di aprire un’inchiesta. La McLaren è accusata dalla Ferrari di avere utilizzato i disegni a proprio vantaggio, mentre la casa inglese sostiene di non sapere niente e che il tutto era noto al solo Coughlan. Dopo una prima udienza saltata si arriva al 26 luglio, giorno del giudizio. La McLaren viene ritenuta colpevole di essere entrata in possesso di materiale confidenziale Ferrari, ma non viene presa nessuna sanzione in quanto non esistono prove che il materiale sia stato effettivamente utilizzato dal team inglese. Cinque giorni dopo, però, il presidente della FIA Max Mosley decide di fare ricorso. Come data per la seconda udienza viene fissato il 13 settembre. Viene alla luce uno scambio di mail tra il pilota della McLaren Fernando Alonso e il collaudatore Pedro de la Rosa in cui vengono citate informazioni riservate della Ferrari sulla monoposto del 2007. Il contenuto di queste riguardava la distribuzione dei pesi della Ferrari di Raikkonen nel GP d’Australia di quell’anno, nonché dell’impianto frenante della concorrente, in modo da poter provare nei test che risultati avevano sulla McLaren. Tuttavia dallo scambio di messaggi non emerge alcuna prova concreta dell’utilizzo di tali dati, anche se appare chiaro che le informazioni non erano in possesso del solo Coughlan. Questi fatti inducono la FIA a sostituire il ricorso in appello con una convocazione del consiglio mondiale. Durante tale riunione la Ferrari porta come presunte prove della colpevolezza McLaren le mail di Alonso e De La Rosa, oltre ad alcuni sms. La FIA emette una nuova sentenza a sfavore della McLaren. Alla casa inglese vengono tolti tutti i punti del mondiale costruttori; le viene inoltre comminata una multa di 100 milioni di dollari.[8]

CONTROSPIONAGGIO E CRISI ECONOMICA

La crisi economica che sta interessando l’Italia negli ultimi anni ha dei risvolti significativi nel tessuto economico e produttivo del nostro Paese, pertanto, i nostri servizi di informazione e sicurezza hanno messo nero su bianco quest’aspetto della crisi nell’ultima Relazione al Parlamento. Dal testo emerge con chiarezza che la crisi economico-finanziaria ha ristretto gli spazi di accesso al credito e i margini di redditività di molte aziende nazionali, ne ha accresciuto le esposizioni alle mire espansionistiche di grandi multinazionali estere e di diretti competitors, interessati a diversificare le proprie attività e a incrementare gli utili, nonché ad assumere e consolidare la leadership in specifiche fasce di mercato. Ciò a detrimento della competitività nazionale, specie in settori di eccellenza, e dei livelli occupazionali, soprattutto in relazione all’eventuale delocalizzazione degli impianti produttivi. Si è rilevato, nel contempo, un decisivo incremento di politiche di agevolazione fiscale e amministrativa che Paesi, geograficamente vicini in particolare alle regioni del Nord-est Italia, hanno attuato per attirare verso il loro territorio nazionale le piccole e medie imprese nazionali di maggior pregio.

La congiuntura sfavorevole ha poi reso più vulnerabile il tessuto imprenditoriale italiano anche rispetto al fenomeno dello spionaggio industriale, che rischia sia di depauperare il potenziale produttivo e innovativo nazionale, sia di costituire un serio danno alla sicurezza e alla competitività del nostro sistema Paese.

Tale minaccia è sicuramente amplificata, in termini di incidenti, nel cyberspazio soprattutto sulla tutela delle proprietà intellettuale, sull’elaborazione delle strategie di mercato e sulla formazione dei pacchetti clienti. La sottrazione di informazioni tramite le reti e i sistemi ICT ( Information and Communication Technology) in futuro acquisterà maggiore rilevanza rispetto alle tecniche “tradizionali”, anche perché i dati aziendali di significativo interesse sono allocati in più database che moltiplicano le possibilità di accesso illecito alle informazioni.

Inoltre, la necessità per le aziende nazionali di utilizzare forme di finanziamento alternative al credito bancario ha sollecitato l’interesse degli operatori stranieri verso il mercato nazionale, esponendo le aziende target, indipendentemente dall’esito delle operazioni trattate (acquisizioni, fusioni, partnership, joint-venture, finanziamenti), alla dispersione di dati sensibili, di natura commerciale, finanziaria od operativa.

L’attenzione informativa in tema di investimenti e partecipazioni straniere nel tessuto interno ha pertanto concorso a tutelare le infrastrutture e i comparti di rilevanza nazionale sotto il profilo economico-strategico, del know-how, dei livelli occupazionali e di produzione.

In tale contesto, si è rilevato un particolare attivismo di operatori economici stranieri nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia. Nello specifico, si evidenzia la crescente presenza nella distribuzione di gas e di prodotti petroliferi di operatori dell’Est Europa, già leader nel settore dell’estrazione, che perseguono una mirata strategia di integrazione verticale del ciclo produttivo energetico. In prospettiva, su un piano più generale, grandi investitori dell’Est Europa e asiatici potrebbero ulteriormente accrescere il proprio ruolo sul mercato italiano.

I primi, proseguendo la strategia già avviata da alcun anni, potrebbero rivolgersi alle realtà produttive medio-grandi, per fatturato o livello di occupazione, del settore metallurgico nazionale. Con investimenti mirati su acciaierie ed industrie meccaniche ad elevato tasso di tecnologia, dalla raffinazione e distribuzione degli idrocarburi, e in via residuale, al turistico-alberghiero.

Gli operatori asiatici, attratti dal brand manifatturiero italiano, potrebbero sfruttare la opportunità offerte dai nuovi accordi logistici con interporti nazionali, soprattutto dell’Italia Centrale, per incrementare i piani di investimento.

Secondo gli indicatori raccolti, inoltre, competitors stranieri, soprattutto orientali, potrebbero tentare di accedere a progetti di ricerca nazionale e di acquisire nuovi moduli di tecnologia innovativa, per ottenere la disponibilità di importanti “brevetti” da sfruttare nei mercati, specie se caratterizzati da opportunità di sviluppo industriale o commerciale a breve termine. Questa progressiva espansione conta sul crescente supporto di istituti bancari asiatici che, in futuro, potrebbero erodere significative quote di mercato agli operatori italiani, soprattutto nelle transazioni finanziarie internazionali di supporto delle nostre aziende operanti da e con l’estero.[9]

 

ANNO 4 N.2

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  • [1] Mauro Morbidelli, Intelligence Economica e Competitività Nazionale, pag.  39
  • [2] Carlo Mosca, I servizi di informazione e il Segreto di Stato, pag.  206
  • [3] Mauro Morbidelli, Intelligence Economica e Competitività Nazionale
  • [4] www.oipamagazine.ue, 23-07.2010
  • [5] www.formiche.net , 1-06.2011
  • [6] Corriere della Sera, pag 8 , 7 giugno 2007
  • [7] www.en.wikipedia.org
  • [8] www.it.wikipedia.it
  • [9] Relazione al Parlamento 2011

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