Casa Management Il Reporting Integrato per la comunicazione interna ed esterna

Il Reporting Integrato per la comunicazione interna ed esterna

Due progetti di ricerca a confronto: un processo integrato di trasparente comunicazione interna consente di migliorare l’efficacia degli sforzi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi strategici confrontato con la percezione da parte degli analisti finanziari dell’utilità di un sistema integrato di comunicazione esterna che include sia le informazioni finanziarie e sia quelle non-financial di natura quali-quantitativa

da Capitale Intellettuale

Andrea Gasperini Dottore Commercialista, vice-segretario del Consiglio Direttivo del Network Italiano Business Reporting (NIBR / WICI Italy) e responsabile del gruppo di lavoro di AIAF Mission Intangibles

Federica Doni Ricercatore confermato di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Scienze Economico Aziendali e Diritto per l’Economia, Università degli Studi di Milano-Bicocca

L’Internal Integrated Reporting e la creazione di valore: l’analisi di tre casi aziendali.

 

La ricerca descritta di seguito è stata proposta al Comitato Scientifico della conferenza 9th International Forum on Knowledge Assets and Dynamics IFKAD 2014 che si terrà a Matera dall’11 al 13 giugno 2014, organizzato dall’Institute of Knowledge Assets Management (IKAM), dalla Arts for Business Institute e dall’Università della Basilicata.

Il paper ha superato la fase di selezione e verrà presentato il 12 giugno nella Special Track dal titolo “Entrepreneurship, sustainability and intellectual capital: relationship and metrics”. Lo scopo della sessione è quello di delineare la convergenza fra l’imprenditorialità, la sostenibilità e il capitale intellettuale. L’entrepreneurial capital viene concepito come stock di competenze e di attributi che caratterizzano il personale dell’azienda in relazione ad un comportamento orientato al rischio e ad un aggressivo processo decisionale. Tale capitale inoltre svolge un ruolo cruciale in relazione alla sostenibilità dell’azienda.

Il principale obiettivo della Special Track è quello di delineare la relazione esistente fra il concetto di imprenditorialità e la creazione del valore. L’entrepreneurial capital viene qualificato quale un intangibile presente in ogni azienda indipendentemente dalla dimensione e dal ciclo produttivo. In tale prospettiva i due concetti, l’imprenditorialità e la sostenibilità, vengono ritenuti i principali driver della creazione di valore nel medio e nel lungo termine. L’analisi dell’entrepreneurial capital rappresenta quindi un elemento cruciale per tutti gli stakeholder aziendali.

La ricerca svolta si inserisce nell’ambito della tematica proposta Knowledge and Management Models for Sustainable Growth, in quanto il report integrato rappresenta un nuovo modello di business reporting (Eccles & Krzus, 2009; Adams et al., 2011; Gasperini, 2013; Marvin & Roberts, 2013) che consente alle aziende di integrare gli aspetti relativi alla corporate social and environmental responsability nell’ambito degli obiettivi strategici e della programmazione delle operazioni aziendali. Il report integrato offre inoltre ampie potenzialità di utilizzo ai fini interni quale potente strumento in mano ai manager nella prospettiva della definizione e della realizzazione di strategie aziendali ispirate alla sostenibilità sociale e ambientale (Porter & Kramer, 2011; Jensen & Berg, 2012; Stubbs & Higgins 2012; James, 2013; James, 2013a ).

 

Lo scopo principale della ricerca svolta è stato quello di esaminare l’impatto dell’utilizzo ai fini interni dell’Integrated Reporting: ciò richiede indubbiamente un repentino cambiamento di prospettiva che implica il passaggio dalla comunicazione esterna a quella interna che individua gli stakeholder interni come interlocutori privilegiati. Il focus incentrato sulla creazione di valore per gli investitori viene difatti esteso a tipologie di stakeholder quali investor relations, senior management, aziende controllate, dipendenti. Il report integrato presenta quindi una duplice opportunità: la possibilità di essere utilizzato come documento sia interno che esterno. In particolare si richiamano alcuni dei nuovi concetti che sono stati introdotti dall’International <IR Framework> (IR, December 2013; ACCA, 2013), quali la possibilità di creare dei collegamenti fra ciascuna tipologia di capitali – finanziario, materiale, umano, intellettuale, sociale naturale e relazionale  – e un set di Key Performance Indicators (KPIs) in grado di fornire una visione integrata della performance, all’interno e all’esterno dell’organizzazione aziendale, che possa rendere la comunicazione interna più trasparente e possa migliorare l’efficienza delle azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi strategici (Gasperini, 2013).

Alcuni vantaggi che possono scaturire dall’utilizzo dell’Integrated Reporting ai fini interni (Tilly, 2013, IAA, 2013; Steefe, 2013; Sinclair, 2013) sono i seguenti:

 

  1. eliminazione della barriere interne all’interno dei dipartimenti aziendali;
  2. incentivo alla condivisione delle informazioni aziendali ((Magarey, 2012; Holmes 2013);
  3. possibilità di offrire una chiara descrizione del Business Model;
  4. trasparente comunicazione agli investitori del processo di creazione del valore;
  5. creazione di valore condiviso mendiate l’integrazione delle corporate social priorities con le business priorities;
  6. potenziamento dei principi a cui si deve ispirare la internal corporate gorvernance;
  7. realizzazione di una visione integrata della performance interna ed esterna della organizzazione aziendale.

La metodologia utilizzata è il case study approach, in base a quanto previsto dai principali studi in letteratura (Yin, 1981; Eisenhardt & Bourgeois, 1988; Eisenhardt, 1989; Ryan, Scapens & Theobald, 2002). La scelta dei casi è stata effettuata in relazione alla popolazione di società che aderiscono al Pilot Programme di IIRC e in particolare sono state selezionate le aziende che hanno manifestato, anche tramite comunicazioni ufficiali, la volontà di procedere all’utilizzo dell’IR ai fini interni. La selezione è stata quindi effettuata in base al criterio della significatività, ovvero in relazione alla presenza di un rilevante contributo al focus della ricerca apportato da ogni caso aziendale selezionato. La selezione ha condotto ad individuare le seguenti società: Etica SGR, Generali Group e Vancity – Vancouver City Savings Credit Union (Canada) – di cui le ultime due aderiscono al Pilote Programme di IIRC.

Etica SGR è una società di investimento socialmente responsabile (Socially Responsible Investing company). Fin dall’inizio della sua attività, il suo obiettivo è stato trovare aziende e governi di cui gli impatti ambientali, sociali e di governance fossero migliori rispetto ad aziende o enti simili. Il modello di business di Etica SGR si basa sull’idea che investire in azioni e obbligazioni emesse da organizzazioni responsabili presenti un doppio vantaggio: miglioramento della redditività economico finanziaria nella prospettiva del lungo termine, ma anche miglioramento della condotta delle aziende che operano sui mercati azionari.

Il Gruppo Generali è una delle aziende leader a livello mondiale in ambito assicurativo e finanziario, guidato da Assicurazioni Generali SpA, fondata a Trieste nel 1831. Il gruppo è sempre stato orientato in ambito internazionale ed è oggi presente in oltre 60 Paesi. Per quanto riguarda il suo core business assicurativo, la linea di prodotti vita del Gruppo Generali comprende risparmio e politiche di protezione, che rappresentano la maggior parte del suo portafoglio, accanto al business della sanità e delle politiche pensionistiche complementari. Inoltre, Generali è uno dei maggiori player mondiali nel campo dell’assistenza, attraverso il Gruppo Europ Assistance, che fornisce servizi a livello mondiale nei segmenti motori, viaggi, salute, casa e famiglia. Il Gruppo ha inoltre ampliato il proprio business di assicurazione con una linea completa di asset management, servizi immobiliari e finanziari. In particolare, il Gruppo Banca Generali è uno dei leader in Italia nel mercato dei servizi finanziari personali.

Vancity – Vancouver City Savings Credit Union – è una cooperativa finanziaria basata su valori (values-based financial co-operative) con la finalità di soddisfare le esigenze di mezzo milione di member-owners attraverso 57 filiali in British Columbia. La vision dell’azienda è incentrata sulla Redefine Wealth, utilizzando tutti i 17,5 miliardi dollari in attività per supportare le esigenze a lungo termine delle persone e delle loro comunità alle quali presta la sua attività. Oltre ad essere living-wage employer e carbon neutral, Vancity è membro del Global Alliance for Banking on Values, una rete indipendente di banche value-based che utilizza finanziamenti per fornire uno sviluppo sostenibile per le persone meno abbienti, le comunità e l’ambiente. La società è riconosciuta a livello mondiale per le sue pratiche di rendicontazione trasparenti ed è stata la prima organizzazione canadese (Vancity, 2005) ad aderire al Pilot Programme dell’International Integrated Reporting Council’s (IIRC).

Le interviste sono state rivolte al responsabile o al team[1] che si occupa della redazione dell’integrated report nei mesi di febbraio-marzo 2014: le main issues rappresentano uno schema proposto agli intervistati al fine di poter rendere omogenei i dati a carattere qualitativo ottenuti mediante le interviste. L’intervista, principale strumento di ogni ricerca qualitativa, ha assunto una forma alquanto flessibile, dal momento che gli intervistati hanno potuto “privilegiare” alcune issues, trascurando quelle ritenute non rilevanti in relazione alla specifica realtà aziendale e alle modalità di utilizzo dell’IR. Di seguito si riportano le main issues dell’intervista effettuata:

Tavola 1: Le main issues dell’intervista

I tre case study analizzati riguardano aziende che operano nell’ambito del financial sector: in particolare è possibile riscontrare la volontà di operare con modalità ispirate alla sostenibilità, alla trasparenza, con rilevante attenzione all’impatto del business nei confronti della comunità. Ciò emerge sia nella descrizione delle attività svolte da ciascuna azienda sia nella presentazione della vision e mission, e/o del Business Model, qualora descritti. Le tre società dimostrano inoltre un’elevata propensione all’utilizzo ai fini interni dell’IR, esponendo differenti modalità di impiego e finalità dell’IR. Risulta ampiamente condiviso dai responsabili intervistati il concetto di Integrated Thinking che deve rappresentare il fondamento del processo di redazione dell’IR[1].

Le implicazioni pratiche della ricerca svolta riguardano la possibilità di ottenere utili indicazioni in merito all’utilizzo interno dell’IR. I tre case study vengono analizzati in maniera comparativa e consentono di evidenziare le issue che ottengono un più elevato apprezzamento dalle tre aziende. Tale approfondimento può inoltre rappresentare la base per la definizione di un preliminare framework relativo all’utilizzo dell’IR come report interno, che può costituire un’utile guida operativa per organizzazioni quali The International Integrated Reporting Council (IIRC), International Federation of Accountants (IFAC), Chartered Institute of Management Accountants (CIMA) e The Institute of Internal Auditors (IIA).

 

Bilancio Integrato: cosa chiedono gli analisti finanziari?

Nel mese di febbraio 2014 è stata promossa congiuntamente dalle associazioni ACCA (The Association of Chartered Certified Accountants) e IAAER (International Association for Accounting Education and Research) in collaborazione con la coalizione globale IIRC (International Integrated Reporting Council)[2] la richiesta di presentare dei progetti di ricerca che hanno per oggetto il processo di reporting integrato.

 

I progetti di ricerca presentati si devono porre l’obiettivo di identificare i contenuti di maggior interesse dell’International <IR>  Framework pubblicato nel mese di Dicembre 2013[3] nelle seguenti tre sezioni:

  1. le informazioni che gli “user” di un report integrato ritengono sia indispensabile vengano comunicate. I progetti presentati in questa sezione si devono proporre di definire le similitudini e le differenze tra le diverse esigenze ed aspettative degli azionisti, i finanziatori e tutti coloro che forniscono alle aziende i capitali finanziari;
  2. un confronto tra i principi guida della materialità e della completezza rispetto a quello di sinteticità di un report integrato. Deve essere prestata particolare attenzione agli obiettivi teorici, politici ed operativi riguardanti le peculiarità del principio della materialità nel determinare un equilibrio tra completezza e sinteticità del report integrato;
  3. sebbene sia destinato soprattutto al settore privato e a società for-profit di ogni dimensione, l’International <IR> Framework può essere applicato e adattato secondo le necessità, anche al settore pubblico e alle organizzazioni not-for profit. I progetti di ricerca che rientrano in questa sezione devono quindi essere focalizzati sulla definizione degli elementi distintivi di un report integrato con riferimento alla teoria, la politica e gli obiettivi operativi propri di organizzazioni che differiscono fra di loro per dimensioni, localizzazione geografica, settore, fonte predominante dei capitali finanziari, struttura proprietaria e ciclo di vita del business.

Progetto di ricerca n. 1: Soddisfare le esigenze informative degli “user”

Al punto – 1C Scopo e destinatari del report integrato – dell’International <IR> Framework viene precisato che scopo principale di un report integrato consiste nel dimostrare ai fornitori di capitale finanziario come un’organizzazione è in grado di creare valore nel tempo. Pertanto il report deve includere informazioni rilevanti, sia di tipo finanziario sia di tipo non finanziario (par. 1.7).

Un report integrato deve consentire a tutti gli stakeholder interessati, tra i quali anche i dipendenti, i clienti, i fornitori, i partner commerciali, le comunità locali, il legislatore, gli organismi di regolamentazione e i responsabili delle decisioni politiche, di poter valutare la capacità di un’organizzazione di creare valore nel tempo (par. 1.8).

L’obiettivo principale è quindi quello di considerare i bisogni informativi degli “user” del report integrato concentrando l’attenzione sugli aspetti comuni e le differenze, le esigenze e le aspettative degli azionisti e di tutti coloro che apportano capitali finanziari alle aziende inclusi i beneficiari finali degli investimenti quali ad esempio i gestori dei fondi e gli altri infomediari (ad esempio, gli analisti, broker e agenzie di rating).

Devono essere inoltre considerate le esigenze informative di tutti coloro che sono interessati a valutare la capacità di un’organizzazione di creare valore nel tempo ed i progetti di ricerca presentati in questa sezione devono includere la tipologia di informazioni che ogni gruppo richiede e sulle quali basa le proprie decisioni individuando se queste sono attualmente disponibili e devono quindi fornire per ciascun gruppo di user una indicazione ai seguenti punti:

  • la difficoltà di poter disporre delle informazioni necessarie (ad esempio: accessibilità limitata, difficile comparabilità, ecc…);
  • le fonti e le modalità di acquisizione delle informazioni da parte di ogni gruppo di user;
  • le modalità di utilizzo delle informazioni;
  • come le esigenze informative, le fonti di acquisizione e di comunicazione agli user sono mutate nel corso degli ultimi anni, ipotizzando anche quali potrebbero essere i cambiamenti futuri.

I progetti devono infine valutare in che misura l’attuale <IR> Framework è in grado di dare una risposta alle esigenze informative di questi gruppi ed identificare gli argomenti per ulteriori indagini e sviluppi futuri suddivisi tra:

 

Parte 1: I fornitori di capitale finanziario

Questa è la sezione principale del progetto dove si concentra l’attenzione sulle esigenze informative  dei fornitori di capitale finanziario indicando quale è la capacità di un report integrato di soddisfare le loro esigenze affrontando le seguenti domande:

  • come possono essere classificati con precisione i fornitori di capitale ed i loro consulenti considerando, ad esempio, l’entità dei debiti rispetto al livello del patrimonio netto, i tempi previsti per l’impiego dei capitali, la posizione che occupano nella supply chain degli investimenti, la strategia/stile di investimento (ad esempio, quantitativa, fondamentale, SRI, attiva, top-down …);
  • il grado in cui l’ <IR> Framework consente di apprezzare il range, il dettaglio e la connettività delle informazioni richieste dalle diverse categorie di fornitori di capitali finanziari.

Parte 2 : Oltre i fornitori di capitale finanziario

In questa sezione viene analizzato il valore potenziale del report integrato da parte di user diversi dai fornitori di capitale finanziario. Anche in questo caso vengono prese in considerazione le loro richieste informative e la capacità del <IR> Framework nella sua forma attuale di soddisfare le loro esigenze e devono inoltre essere identificate le potenziali aree di ulteriore sviluppo o di ricerca.

 

Il progetto di ricerca proposto da Federica Doni ed Andrea Gasperini: INTEGRATED REPORTING – FINANCIAL ANALYSTS’ PERCEPTIONS

In questo progetto di ricerca, già presentato dagli autori in una fase iniziale alla Copenhagen Business School nel mese di settembre 2013[4], sono stati coinvolti numerosi studiosi in ambito accademico, analisti finanziari ed ESG e alcuni professionisti con elevate competenze in attività tecniche e sugli asset intangibili provenienti da diversi paesi tra le quali l’Australia, la Cina, l’Italia, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, il Regno Unito, la Francia e gli USA. Complessivamente quindici tra esponenti del mondo accademico e professionisti hanno accettato di aderire al progetto. I componenti del team di ricerca provengono da diverse nazioni del mondo, in quanto la finalità del progetto è quella di ottenere risultati sul tema di ricerca in una prospettiva globale.

 Tavola 2: Il team di ricerca

L’approccio metodologico della ricerca prevede la valutazione della percezione attraverso la predisposizione di un questionario (Sakakibara et al., 2010; Radley Yeldar, 2012; Groysberg et al., 2012) che verrà sottoposto per la compilazione ad un ampio campione selezionato di analisti finanziari (Barth et al., 2001; Amir et al., 2003; Ghosh & Wu, 2012; Clatworthy & Lee, 2013; ). Per quanto riguarda i temi trattati nel questionario e la predisposizione delle singole domande l’obiettivo è stato quello di valutare il commento degli analisti in merito al contenuto e alla rilevanza delle varie categorie di informazioni non-financial presenti nel report integrato, alla facilità di accesso a tali informazioni e alle modalità di esposizione (Gasperini et al., 2013).

Il questionario verrà inviato inizialmente ai soci Aiaf, Associazione Italiana degli Analisti e dei Consulenti Finanziari con oltre 1.000 associati, e successivamente ad un network mondiale al quale partecipano oltre 84.000 analisti finanziari, denominato “Financial Analysts Club Worldwide”. Si tratta di un network globale di analisti finanziari e professionisti che operano nel mondo della finanza ed offrono le loro prestazioni a tutta la comunità finanziaria attiva su LinkedIn. Il Club è cresciuto rapidamente dopo la sua creazione avvenuta nel mese di giugno 2008 ed i suoi membri lavorano principalmente nei seguenti settori: Capital Market, Servizi finanziari, Assicurazioni, Investment Banking, Investment Management, Venture Capital, Private Equity, Risk Management,  compiendo attività di trading, contabilità e derivati.

La metodologia di ricerca utilizzata è denominata Computer-assisted web interviewing (CAWI), ed è una tecnica di rilevamento attraverso Internet che prevede che il questionario venga inviato insieme ad una lettera di accompagnamento che include un link che consente di accedere al questionario per compilarlo in modo anonimo.

 

CONCLUSIONI

Il progetto “Integrated Thinking” avviato dall’International Integrated Reporting Council (IIRC) il 12 Settembre 2011 con la pubblicazione del Discussion Paper “Towards Integrated Reporting – Communicating Value in the 21ST Century” e lo stesso International <IR> Framework successivamente pubblicato il 12 dicembre 2013 devono essere intesi come un viaggio per la definizione da parte delle organizzazioni di un migliore Business Reporting nella forma di Integrated Reporting che, come da ipotesi di lavoro di IIRC, impiegherà un paio di anni per completarsi.

Un importante ruolo lo ricoprono le società che vorranno produrlo (i preparer) e, in primis, gli investitori che dovranno utilizzarlo (gli user) per la definizione dei contenuti, come strutturarli e quante/quali informazioni inserirvi all’interno, trovando il modo di connettere le tradizionali informazioni economico-finanziarie con quelle sulle dimensioni socio-ambientali, di governance e quelle del capitale intellettuale[1].

Entrambi i progetti di ricerca presentati si sono posti quindi l’obiettivo di verificare se l’adozione di un sistema integrato di comunicazione esterna da parte delle società quotate consente di facilitare l’attività di selezione e successiva valutazione non solo delle informazioni finanziarie ma anche di quelle non-financial quali-quantitative da parte degli analisti finanziari e se l’opzione di creare valore per gli investitori può essere estesa anche a soddisfare le esigenze informative di altri stakeholder interni tra i quali gli investor relator, il senior management, le funzioni interne di servizi aziendali, le società controllate ed i dipendenti.

Da questi progetti è emerso che molti dei nuovi concetti introdotti dall’International <IR> Framework consentono di rendere sia la comunicazione esterna sia quella interna più trasparente e in grado di migliorare l’efficacia degli sforzi compiuti dal management verso il conseguimento degli obiettivi strategici.

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ANNO 5 N.2

 


BIBLIOGRAFIA

Barth M.E., Kasznik R., and McNichols M.F., (2001). Analysts Coverage and Intangible Assets, Journal of Accounting Research, Vol. 39, Issue 1.

Clatworthy M., and Lee E., (2013). Accounting and Business Research Special Issue Call for Papers: Financial analysts’ role in valuation and stewardship, Accounting and Business Research, July.

Eccles, R.G. and Krzus, M.P., (2009). One Report: Integrated Reporting for a Sustainable Strategy, John Wiley & Sons, New York.

Eisenhardt K.M., (1989). Building theories from case study research. The Academy of Management Review, vol. 14 No. 4.

Gasperini A., (2013). Il vero bilancio integrato. Storie di creazione del valore a breve, medio, lungo termine, Gruppo Wolters Kluwer IPSOA, Milano.

Gasperini A., Bigotto P., and Doni F. (2013), The integrated report and the financial analysts’ perception, in Proceedings of Interdisciplinary Workshop on Intangibles, Intellectual Capital and Financial Information, (paper presented at the 9th EIASM Workshop Business Copenhagen School, 26-27 September 2013), pp. 1-22.

Gasperini A., Doni F. and Pavone P., (2013). The integrated report in the South Africa mining companies listed on the Johannesburg Stock Exchange (JSE): analysis of non-financial information and impacts on external disclosure, paper presented at 36th EAA Annual Congress, Paris, Dauphine, 6-8 May.

IIRC – International Integrated Reporting Council (December 2013), “The International <IR> Framework”.

IIRC – International Integrated Reporting Council (December 2013), “Basis for conclusions”.         IIRC – International Integrated Reporting Council (December 2013), “Summary of significant issues”, available at www.theiirc.org

Marvin K., Roberts L., (2013), “Integrate: Doing Business in the 21st Century” Juta and Company Ltd, South Africa.

Radley Yelder, “The value of extra financial disclosure. What investors and analyst said”  https://www.globalreporting.org/information/news-and-press-center/Pages/Investors-and-analysts-use-extra-financial-information-in-decision-making-suggests-new-research.aspx

The Institute of Internal Auditors, (2013) Integrated reporting and the emerging role of internal auditing, IIA, Audit Executive Center


[1] Gasperini A., “Il vero Bilancio Integrato – Storie di creazione del valore a breve, medio e lungo termine”, Ipsoa Wolters Kluver, maggio 2013.

[1] Per il dettaglio dei risultati emersi dalla presente indagine si rimanda alla versione originale del lavoro che sarà oggetto di pubblicazione nei Conference Proceedings di IFKAD.

[2] L’International Integrated Reporting Council (IIRC) è una organizzazione composta da organismi regolatori, investitori, aziende, enti normativi, professionisti operanti nel settore della contabilità e ONG. Sito web http://www.theiirc.org/

[3]  http://www.theiirc.org/international-ir-framework/

[4] EIASM 9th Interdisciplinary Workshop on Intangibles, Intellectual Capital and extra financial information 26-27 September 2013; “The integrated report and the financial analysts’ perception” presentato nella sessione parallela dal titolo “Integrated Reporting”.

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