Casa Risorse Umane Lo sviluppo psicologico dei bambini 0-6 anni: una spia dal futuro! Innovare con un progetto sociale- Parte #1

Lo sviluppo psicologico dei bambini 0-6 anni: una spia dal futuro! Innovare con un progetto sociale- Parte #1

da Capitale Intellettuale

Senior Management Consultant, Fondatore A.A.C. Consulting Società Beneft e Direttore AAC Business School, Formatore Manageriale e Progettista Piani Formativi per Formatori, Innovation Manager ed Ambassador Ente Nazionale Trasformazione Digitale

Armando Caroli – Senior Management Consultant, Fondatore A.A.C. Consulting Società Benefit e Direttore AAC Business School, Formatore Manageriale e Progettista Piani Formativi per Formatori, Innovation Manager ed Ambassador Ente Nazionale Trasformazione Digitale

In un’epoca come l’attuale di progresso continuo, sovente si associa al termine Innovazione un significato tecnologico, come la digitalizzazione, la robotizzazione o la comunicazione tra sistemi via Internet. Diventa fondamentale, invece, mettere a premessa che il primo soggetto attivatore dell’innovazione è la risorsa umana che, usando il proprio pensiero profondo e valoriale, può volontariamente indirizzare strategie e azioni verso la genesi personale e l’evoluzione del gruppo sociale tramite l’utilizzo opportuno della tecnologia.
A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, nel 2020 si è anche dissertato molto sul concetto di Resilienza come azione volontaria operativa per rimbalzare ed andare oltre un problema, cioè come reagire di fronte a traumi e difficoltà: nel momento dell’immobilismo diffuso a causa del lockdown è emerso decisamente evidente che “tra il dire e il fare…” l’elemento fondamentale del passaggio non è il mare, come cita il proverbio, ma il Fare!
Da questa certezza ne è derivato l’assioma che non esiste resilienza senza innovazione, ed è esattamente l’applicazione di questa regola che ha consentito, nonostante la grave situazione, la realizzazione comunque di una commessa assegnata alla società A.A.C. Consulting da parte del Comune di Parma – Servizi Educativi 0-6 anni del territorio provinciale.
Gli obiettivi dell’appalto erano in normale continuità con il lavoro svolto negli anni passati, con sessioni di formazione e aggiornamento dei coordinatori pedagogici, degli educatori dei nidi d’infanzia e degli asili, oltre ad incontri In presenza con le famiglie delle bambine e dei bambini di quella fascia di età.
Da marzo 2020 una sconosciuta pandemia, invece, ha bloccato ogni operazione in presenza ed ha confinato quasi tutte le attività a comunicazioni digitali tramite piattaforme video, facendole diventare lo strumento principe per le interazioni nazionali ed internazionali; così è stata avviata una fase di analisi delle opportunità per lo sviluppo diverso delle attività della commessa, e dopo vari incontri, è nato un progetto destinato a diventare un format replicabile ovunque nel territorio italiano.
Mi soffermerei sulle caratteristiche del momento dell’analisi, che è stato piuttosto sofferto, perché proprio al centro del periodo di massima incertezza sui tempi di riavvio delle attività generali e in assenza totale di esperienze simili alle quali collegarsi come “casi d’uso” per operare scelte. Era quindi una situazione di emergenza e i dati sui quali basarsi, per piegare alle necessità del momento la commessa concordata con un progetto coerente con le reali necessità della crescita dei bambini, erano pochi e frammentari.
Ed è stato proprio in questo scenario che, dopo varie riunioni con la continua presenza di una psichiatra e psicoterapeuta e di uno psicologo per decidere con i responsabili del Servizi Educativi 0-6 anni cosa potesse realmente aiutare famiglie e operatori preposti a sviluppare in modo pedagogicamente adeguato questa nuova generazione di prossimi adulti, si è arrivati alla definizione degli obiettivi:

  • Fornire informazioni sui comportamenti e sulle modalità di relazione più opportuni per la crescita dei bambini, tramite un percorso col titolo “Incontri per le famiglie e figure professionali del mondo della prima infanzia”, con sei incontri online in due rami, il primo con gli educatori e i coordinatori pedagogici, ed il secondo direttamente con le famiglie;
  • Creare un “CATALOGO PROGETTI FORMATIVI PER IL COMUNE DI PARMA – SERVIZI 0-6 ANNI” contenente 11 titoli ad alta pertinenza con gli obiettivi del Progetto e la relativa spiegazione dei contenuti realizzabili;
  • Registrare e montare sei video, da lasciare poi a disposizione del Comune di Parma, per avviare il dialogo formativo con l’esposizione dei contenuti di comportamento e comunicazione educativa migliori nel rapporto adulti-bambini, e una proiezione dei tipici risultati causa-effetto nel tempo degli scambi con i bambini della fascia 0-6 anni;
  • Archiviare i filmati video nell’area “Per la famiglia” del portale “Scuola di Futuro” del Comune di Parma (https://www.scuoladifuturo.it/), per consentire in entrambi i percorsi la visione e l’analisi tra il secondo e il terzo incontro. La collocazione pubblica in Internet è stata definita come opportuna per consentire la visione dei contenuti in qualsiasi momento successivo.

I video sono stati realizzati con una durata di circa 35 minuti complessivi, con una tecnica lineare che ha previsto la contestualizzazione nel Catalogo, un titolo a tema, un intervento del medico psichiatra, seguito immediatamente dall’esposizione complementare del medico psicologo.
I titoli dei video realizzati e la presentazione sono importanti per comprendere il livello di profondità degli argomenti.

1. “C’era una volta…: Parlare del Coronavirus ai bambini”
Il corso si focalizza sulle inevitabili criticità che questo periodo porta con sé per gli individui e ancor di più per i sistemi familiari in particolare quando in essi vi sono bambini piccoli.
In questi mesi ogni persona singolarmente e nella propria famiglia si trova ad affrontare una situazione piuttosto complessa in cui è molto facile cadere nell’enfasi emotiva che non aiuta i più piccoli a vivere questo delicato momento.
I genitori, come tutti, sono spaventati e turbati, ma nello stesso tempo devono portare avanti il difficile compito di far stare il più tranquilli possibile i piccoli e di accompagnarli il più serenamente possibile a vivere questo periodo così epocale e di cui la generazione attuale non ha esperienza alcuna.
Per questo motivo il titolo rievoca le modalità narrative delle fiabe e recupera la memoria dei nostri predecessori che hanno vissuto tali eventi, dai quali il genere umano si è comunque sempre ripreso ed evoluto.
Nel corso si parla di intelligenza emotiva, di contesto globale e di resilienza nella prima parte, mentre nella seconda di quanto il ruolo genitoriale abbia un’importanza centrale sull’equilibrio psico-emotivo e quanto la presenza dei genitori sia un elemento rassicurante e un importantissimo fattore di protezione. Infine si offrono alcuni suggerimenti pratici ai genitori per restituire una narrazione idonea ai bambini per prevenire loro ansie e traumi.

2“Insieme per forza: Dinamiche del sistema familiare ai tempi del Coronavirus”
La famiglia ha una funzione di “sostegno, regolazione, educazione e socializzazione dei suoi membri” (Minuchin 1974).
Tale funzione si realizza tramite dinamiche familiari, costituitesi nel tempo, grazie agli scambi fra gli elementi che la compongono, integrando differenti fattori individuali quali le peculiarità dell’ambiente, la cultura d’appartenenza, le caratteristiche di personalità e la storia di ciascuno dei componenti.
Le dinamiche familiari possono essere definite come la “forza lavoro” all’interno della famiglia, in grado di produrre comportamenti più o meno funzionali negli individui che la costituiscono e di mantenere un equilibrio interno a fronte di cambiamenti contestuali.
Il mutamento derivante dalle misure adottate per il contenimento del covid-19, ha in molti casi fortemente influenzato tali dinamiche, esasperandone in parte criticità e difficoltà magari preesistenti in forme meno palesi.
Questo video si propone di favorire la riflessione su quali processi potrebbero interessare il nostro nucleo familiare, in questo particolare momento storico e come poter prevenire eventuali problematiche con l’adozione di semplici strategie.
Perché non è sempre vero che insieme è meglio, soprattutto quando insieme è… per forza.

3. “Il mestiere più affascinante e difficile del mondo: Il ruolo genitoriale e la fatica di educare”
Autori diversi definiscono l’essere genitore come il “mestiere più affascinante e difficile” che ci sia.
Non si nasce “buoni genitori”, non vi sono patenti da conseguire per esserli, così come non vi sono “ricette” precostituite e sicure per assolvere questo faticoso compito.
Si diventa genitore in base alle proprie esperienze, per tentativi ed errori, e confrontandosi con il proprio contesto sociale e culturale di riferimento.
Si diventa genitori soprattutto per imitazione, cercando riferimenti nella relazione avuta con i propri padri e con le proprie madri.
Tali modalità possono, però, rivelarsi inadeguate quando i contesti d’applicazione mutano rapidamente.
Spesso, infatti, le metodologie educative sperimentate come figli appaiono oggi che si è passati dall’altra parte della barricata, vecchie, inadeguate, inefficienti.
Essere genitori si impara facendosi domande, cercando voglia di crescere e migliorarsi senza ricercare ricette precostituite buone per tutte le stagioni, ma creandosi un proprio modo di essere genitori, liberandosi da alcuni preconcetti, ed elaborando le informazioni e gli spunti di riflessione che la relazione con i propri figli offre costantemente.
Commettendo errori sicuramente nel proprio provarci, ma non sempre gli stessi, vivendo momenti di sconforto, ma non lasciando che questi ci facciano desistere, consci del fatto che sbagliare non è necessariamente solo sintomo di debolezza ma è anche opportunità di miglioramento

4. “Il bozzolo del bruco e la farfalla: Il ruolo genitoriale tra autonomia e accudimento”
Molto spesso il confine fra il “prendersi cura” del proprio figlio e il sostituirsi ad esso, privandolo delle esperienze necessarie per una crescita armonica, è molto labile.
Il desiderio irrealizzabile dei genitori di evitare rischi, sofferenze e frustrazioni ai figli comporta, infatti, l’assunzione di comportamenti spesso eccessivamente protettivi che impediscono a questi ultimi di completare correttamente il proprio processo di sviluppo, non acquisendo la sicurezza, la determinazione e la fiducia necessaria per affrontare le future sfide dell’esistenza.
Il video tratta sinteticamente tematiche quali il ruolo dei genitori e le strategie efficaci per il supporto dei figli, durante le fasi di sviluppo che portano dall’attaccamento all’autonomia.

5. “Gusci d’uovo, pulcini e omelette: La funzione delle regole nell’educazione dei figli”
Già da diversi anni è in corso un dibattito molto acceso soprattutto fra pedagogisti, psicologici ed educatori rispetto all’importanza delle regole nella crescita dei figli.
Le visioni dominanti sull’argomento sono spesso state in totale contrapposizione.
Anche storicamente è stato possibile, infatti, osservare un passaggio, a volte anche troppo radicale, da una posizione estremamente “rigida” in cui i genitori richiedevano estrema disciplina ai figli (semplificando, tale concezione considera il bimbo come “oggetto” cui in modo unidirezionale passare una condotta, già decisa, da seguire), ad una, forse troppa “morbida”, in cui il bimbo ha acquisito una posizione maggiormente protagonistica (il bambino diventa un “soggetto” con bisogni, idee, modalità espressive da ascoltare e stimolare) a volte anche in modo eccessivo, tanto che alcuni esperti hanno coniato la definizione di “Bambino Re” per descrivere quei figli che in alcuni nuclei familiari, con capricci, ricatti e atteggiamenti aggressivi, dominano sul “regno familiare”.
Fra i due estremi, fortunatamente, esistono differenti declinazioni del rapporto fra la regola e la libertà individuale.
Questo video si propone di analizzare il significato e l’apporto delle regole sull’educazione dei figli, anche alla luce delle più recenti ricerche scientifiche nel campo educativo e psicologico, con particolare attenzione agli effetti che le regole assumono sullo sviluppo del cervello.

6. “L’età dimenticata: promozione del benessere fisico e psico-emotivo nel bambino nella fascia d’età 0-6 anni”
La prima infanzia è il periodo di tempo che forse più di tutti influenza l’esistenza degli individui, eppure paradossalmente è quella di cui si conservano meno ricordi.
Questo particolare fenomeno, che Sigmund Freud chiamava “amnesia dell’infanzia” potrebbe avere diverse cause: da chi sostiene che ciò sia attribuibile allo sviluppo fisico del cervello ed in particolare del centro della memoria ossia l’ippocampo, fino a chi ritiene che in realtà siano processi di ricostruzione narrativa che modificano ciò che abbiamo realmente vissuto con ciò che negli anni ci viene raccontato dagli adulti.
Molti eminenti psicologi sostengono invece che sarebbe improprio sostenere che i ricordi dei primi anni della nostra vita non esistano. Le reminiscenze di questa fase di vita, infatti sarebbero solo “nascoste”, archiviate in qualche parte del nostro cervello e capaci di influenzare il comportamento, pur senza averne memoria.
Qualsiasi sia la spiegazione individuata, resta fuori discussione che ciò che siamo da “grandi” dipenda in buona parte da ciò che abbiamo vissuto da “piccoli”. Le più moderne teorie evoluzionistiche evidenziano per esempio, come uno dei fattori che ha permesso all’uomo di avere un ruolo primario su altre specie, dipenda proprio dal fatto che questi nasca ancora molto “immaturo” e plasmabile, richiedendo un tempo di sviluppo molto lungo che gli permetterà di sviluppare straordinarie abilità sociali ed emotive.
Per tale ragione è estremamente importante, acquisire conoscenze e approfondire questo particolare periodo di vita, soprattutto per quanto riguarda i fattori di rischio e quelli di protezione in grado di promuovere un adeguato benessere psico-fisico. I primi anni di vita, infatti, pur se in gran parte dimenticati, determineranno significativamente il futuro che potremo vivere.

Nel catalogo video sono stati previsti anche altri 5 titoli, che rimangono disponibili per una seconda parte del progetto:
7. “Le parole per dirlo: Processi di elaborazione del lutto nell’infanzia”
8. “Il cerchio della fiducia: vicini solidali per vincere insieme”
9. “La rana che finì cotta senza accorgersene: I segnali predittivi di disagio e i fattori di protezione della famiglia”
10.“La cera e l’acqua bollente: Ruolo genitoriale fra autorità e autorevolezza”
11. “L’abitudine a non darsi per vinto: Aiutare i propri figli a formare un’immagine di sé adeguata e a sviluppare la resilienza”

I sei incontri sono stati realizzati in modalità online in orari tardo pomeridiani ed hanno consentito la partecipazione di oltre 150 fra genitori, educatori e coordinatori pedagogici della provincia di Parma.
Nell’ultima riunione, sia con gli educatori che con le famiglie, è stata fatta anche la verifica della soddisfazione dei partecipanti, che hanno espresso commenti positivi per la coerenza con gli obiettivi dichiarati, per la profondità degli scambi informativi, e per i contenuti esposti, che sono stati giudicati pedagogicamente particolarmente utili: i partecipanti hanno definito come illuminante sapere che l’età 0-6 anni è proprio quella nella quale nei bambini si costruiscono le dinamiche mentali che li accompagneranno poi in età adulta nelle relazioni sociali con comportamenti correlati e inconsapevoli. In conclusione, poi, ognuno dei partecipanti ha evidenziato che questa presa di coscienza ha stimolato sia nei genitori che negli educatori l’aumento del senso di responsabilità ed il piacere nello svolgimento del ruolo, pur nell’innegabile fatica che esso comporta.
La spia dal futuro. Perché è molto cresciuta la consapevolezza? A questo risultato i partecipanti agli incontri sono arrivati dopo che i relatori hanno messo in collegamento vari elementi di comportamento degli adulti con la formazione relazionale dei bambini in famiglia, nei nidi e negli asili, evidenziando un rapporto puntuale di causa-effetto.
Da adulti le varie capacità di comunicazione e relazione con altri, il rispetto, la determinazione, il desiderio di costruire, l’interesse a progettare, il senso di responsabilità, l’onestà, la correttezza, il rispetto dei valori e tanti altri elementi caratteriali sono stati indicati con esempi come strettamente legati alla formazione erogata al bambino: all’inizio della sua vita è come una spugna che assorbe le informazioni che gli vengono consegnate ed è il momento in cui carica le “istruzioni del suo personale software di base” che influenzeranno direttamente il suo io da adulto.
Anche un mio intervento come esperto di organizzazioni d’impresa e formatore manageriale con migliaia di ore in aula ha contribuito a suffragare gli elementi psicologici esposti, portando esempi di manager resilienti, che da bambini erano stati stimolati e guidati a trovare soluzioni in autonomia, e di imprenditori ad alta capacità di raggiungimento obiettivi, che da bambini erano stati indirizzati ad usare la curiosità come chiave per uscire dai problemi.
In un momento conclusivo alcuni dei partecipanti agli incontri online hanno anche espresso un’opinione sulla necessità di far diventare sistemico questo tipo di formazione ed i relatori hanno, in effetti, concordato: se è vero che per realizzare un palazzo vi sono procedure pragmatiche consolidate affinché la costruzione sia sempre realizzata in modo solido e duraturo, allora perché non applicare sistematicamente protocolli che possano preparare nel modo più solido e migliore possibile le prossime generazioni usando quanto studiato in millenni di evoluzione?
Resilienza ed Innovazione.
Cos’è accaduto in pochi mesi? Eravamo partiti da una situazione di caos generato dalla pandemia, da una impossibilità di realizzare le attività previste nella modalità abituale, dall’obbligo di vedersi solo online per discutere quali sviluppi alternativi potevano essere decisi, e alla fine siamo arrivati a realizzare un intero Progetto utilizzando la tecnologia che avevamo disponibile.
Il risultato è un caso reale di resilienza con un Progetto Innovativo per l’infanzia, replicabile nel tempo e nel territorio, che a buon merito può essere considerato il Passo Uno di quattro per la creazione di una “Next Generation ITA” più adeguata alle sfide che la aspettano nel futuro!

Un sincero ringraziamento alle persone coinvolte nel progetto: per il Comune di Parma il Direttore del Settore Servizi Educativi Roberto Barani e la Responsabile dello staff del Servizio Nidi d’infanzia Lisa Bertolini, ed i medici Maria Mazzali, psichiatra e psicoterapeuta, e Roberto Sartori, psicologo, che hanno contribuito alla realizzazione delle varie parti digitali e partecipato agli incontri in piattaforma video.

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ANNO 10 N 1

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